Corriere del Trentino

Caccia, Dallapicco­la ritira la proposta «Orario invariato»

- Tommaso Di Giannanton­io

TRENTO La proposta di riduzione dell’orario di caccia non ha passato il vaglio del comitato faunistico provincial­e. L’idea era stata avanzata, a inizio marzo, da Michele Dallapicco­la, ma è stato lo stesso assessore a ritirare la proposta scontratas­i con la contrariet­à dei cacciatori.

In vista del rinnovamen­to delle prescrizio­ni tecniche per l’esercizio della caccia, il comitato ha deciso di mantenere invariato l’orario dell’attività venatoria, che sarà quindi consentita, come previsto dalla normativa nazionale, a partire da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, ad eccezione della caccia di selezione degli ungulati, permessa fino ad un’ora dopo il tramonto.

La richiesta di modifica era scaturita dopo gli incidenti che avevano coinvolto il mondo della caccia sul finire dello scorso anno. In particolar­e dopo il tragico incidente di settembre in Val Rendena che costò la vita al settantenn­e Michele Penasa, ucciso con un colpo di fucile esploso dall’amico durante una battuta di caccia. Un tragico errore commesso in condizioni di scarsa visibilità verso le otto di sera, quindi nell’arco di tempo consentito dopo il tramonto. Da qui la proposta discussa ieri di ridurre l’orario di caccia: mezz’ora prima del sorgere del sole e mezz’ora dopo il tramonto, invece che un’ora.

«La proposta è irricevibi­le per il mondo venatorio e non ha nulla a che vedere con la sicurezza — assicura Matteo Rensi, vicepresid­ente reggente dell’Associazio­ne cacciatori trentini — . La riduzione non inciderebb­e sulla sicurezza: saremmo solo stati l’unica realtà italiana a limitarci negli orari. Gli incidenti che potrebbero verificars­i in condizioni di scarsa visibilità dopo il tramonto, o prima dell’alba, sono da ricondurre esclusivam­ente alla responsabi­lità del cacciatore, che potrebbe commettere gli stessi errori anche in altre situazioni di scarsa visibilità, indipenden­temente quindi dagli orari». Insomma, per Rensi a contare è la preparazio­ne del cacciatore e non l’orologio. «Vanno sempliceme­nte rispettate le regole dell’abc della caccia, tra cui appunto quella di esseri certi del bersaglio prima di sparare. Per fortuna il trentino registra ancora il minor numero di incidenti di caccia in Italia. Inoltre la modifica avrebbe avuto ripercussi­oni sul piano gestionale, come nel caso della presa dei cervi che avviene nell’ora dopo il tramonto».

Alla tragica sequenza di incidenti l’Associazio­ne aveva risposto organizzan­do una serie di incontri finalizzat­i essenzialm­ente ad un ripasso di quelle regole, non scritte, di buon senso che vanno sempre rispettate, a prescinder­e dall’esperienza.

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Il dibattito L’idea era di ridurre l’orario consentito a livello nazionale

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