Caccia, Dallapiccola ritira la proposta «Orario invariato»
TRENTO La proposta di riduzione dell’orario di caccia non ha passato il vaglio del comitato faunistico provinciale. L’idea era stata avanzata, a inizio marzo, da Michele Dallapiccola, ma è stato lo stesso assessore a ritirare la proposta scontratasi con la contrarietà dei cacciatori.
In vista del rinnovamento delle prescrizioni tecniche per l’esercizio della caccia, il comitato ha deciso di mantenere invariato l’orario dell’attività venatoria, che sarà quindi consentita, come previsto dalla normativa nazionale, a partire da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, ad eccezione della caccia di selezione degli ungulati, permessa fino ad un’ora dopo il tramonto.
La richiesta di modifica era scaturita dopo gli incidenti che avevano coinvolto il mondo della caccia sul finire dello scorso anno. In particolare dopo il tragico incidente di settembre in Val Rendena che costò la vita al settantenne Michele Penasa, ucciso con un colpo di fucile esploso dall’amico durante una battuta di caccia. Un tragico errore commesso in condizioni di scarsa visibilità verso le otto di sera, quindi nell’arco di tempo consentito dopo il tramonto. Da qui la proposta discussa ieri di ridurre l’orario di caccia: mezz’ora prima del sorgere del sole e mezz’ora dopo il tramonto, invece che un’ora.
«La proposta è irricevibile per il mondo venatorio e non ha nulla a che vedere con la sicurezza — assicura Matteo Rensi, vicepresidente reggente dell’Associazione cacciatori trentini — . La riduzione non inciderebbe sulla sicurezza: saremmo solo stati l’unica realtà italiana a limitarci negli orari. Gli incidenti che potrebbero verificarsi in condizioni di scarsa visibilità dopo il tramonto, o prima dell’alba, sono da ricondurre esclusivamente alla responsabilità del cacciatore, che potrebbe commettere gli stessi errori anche in altre situazioni di scarsa visibilità, indipendentemente quindi dagli orari». Insomma, per Rensi a contare è la preparazione del cacciatore e non l’orologio. «Vanno semplicemente rispettate le regole dell’abc della caccia, tra cui appunto quella di esseri certi del bersaglio prima di sparare. Per fortuna il trentino registra ancora il minor numero di incidenti di caccia in Italia. Inoltre la modifica avrebbe avuto ripercussioni sul piano gestionale, come nel caso della presa dei cervi che avviene nell’ora dopo il tramonto».
Alla tragica sequenza di incidenti l’Associazione aveva risposto organizzando una serie di incontri finalizzati essenzialmente ad un ripasso di quelle regole, non scritte, di buon senso che vanno sempre rispettate, a prescindere dall’esperienza.