I rider del cibo, numeri record
Capoluogo, 20.000 consegne. Sono 58 i ristoranti convenzionati. Il nodo sindacale
Anche in Trentino Alto Adige il fenomeno della consegna a domicilio del cibo è in piena ascesa: Foodracers, la piattaforma sbarcata a Trento nel marzo 2016, conta già 20.000 ordini solamente nel capoluogo ed entro l’anno farà capolino anche a Rovereto. JustEat registra incrementi record negli ordini (+94% solo a Trento). La Cgil: occhio ai lavoratori.
TRENTO Ciclofattorini, rider, bike messenger. Li si chiama in modo diverso, ma al di là del vezzo tassonomico rappresentano un cambiamento — ormai manifesto — dei consumi, della loro fruizione e dell’inevitabile riflesso sul mercato del lavoro. Acquistare il pranzo o la cena attraverso un’App, sfogliando il menu dallo smartphone e attendere l’arrivo dei piatti fumanti comodamente a casa, è ormai prassi diffusa. Tanto nelle grandi città quanto nelle province. Persino in Trentino Alto Adige il fenomeno del food delivery (letteralmente la consegna a domicilio del cibo) è in piena ascesa: Foodracers, la piattaforma sbarcata a Trento nel marzo 2016, conta già 20.000 ordini solamente nel capoluogo ed entro l’anno farà capolino anche a Rovereto e Bolzano. JustEat, poi, registra incrementi record negli ordini (+94% solo a Trento). Ancora: 58 i ristoranti che si appoggiano a queste due piattaforme per il servizio di spedizione.
I numeri rendono l’idea. Negli ultimi cinque anni, la consegna a casa di cibi pronti ha avuto una crescita media del 51%. Per capirci, le dimensioni del mercato internazionale ad oggi sono di oltre 210 miliardi di dollari, ossia il 43% del fatturato della ristorazione mondiale (a dirlo è Techcrunch e i dati sono aggiornati al 2016). Un exploit che coinvolge in particolare le grandi città, ma non solo. Sono due le piattaforme attive in Trentino: JustEat e Foodracers. Quest’ultima è una startup nata a Treviso. Una società al 100% italiana che ha lanciato il sito e l’App a gennaio 2016 e ha scelto di portare il servizio in tutti i capoluoghi di provincia, spesso trascurati, diventando così un punto di riferimento a livello territoriale. Lanciando la sfida ai colossi internazionali del food delivery, quindi. Tant’è che in soli due anni, Foodracers ha inanellato 185.000 ordini consegnati in 23 città; conta 350 racer attivi (ovvero i fattorini) e 650 ristoratori affiliati. «Le consegne effettuate a Trento dall’inizio del servizio (marzo 2016, ndr) sono 20.000», spiega la società. I ristoranti, le paninerie e le gelaterie convenzionate di Trento sono 23, ma entro l’anno il servizio di Foodracers sarà esteso anche a Rovereto e Bolzano.
Ancora: la startup trevigiana ha da poco chiuso un aumento di capitale di 600.000 euro con l’ingresso di nuovi soci al 10%, portando quindi la valutazione della società a 6 milioni di euro a soli due anni dalla nascita. «Il funzionamento del servizio è semplice — spiega la società — una volta selezionata la zona di consegna sul sito foodracers.com o dall’App, si può scegliere dal menu online dei ristoranti serviti nei dintorni ed effettuare l’ordine, tramite smartphone, tablet o pc, che viene notificato istantaneamente ai Racers in quel momento disponibili. I “racers” sono persone che decidono di mettere a disposizione il proprio tempo libero per le consegne, senza vincoli di orario o reperibilità, nella piena logica della “sharing economy”».
Ma in regione c’è anche un colosso della consegna a domicilio: Just Eat è presente in Trentino-Alto Adige in sette città (Arco, Bolzano, Cles, Mezzolombardo, Riva del Garda, Rovereto, Trento) e con 35 ristoranti partner. Nel dettaglio: uno ad Arco; quattro a Bolzano, uno a Cles, due a Mezzolombardo, uno a Riva del Garda, tre a Rovereto e 23 Trento. «Complessivamente i ristoranti stanno crescendo molto nella regione e da marzo 2017 ad oggi si registra un +94,4%, con un picco in particolare a Trento dove il numero dei ristoranti partner è aumentato del 77% — spiega l’azienda — Per quanto riguarda gli ordini il trend è molto positivo infatti nell’ultimo nella regione del Trentino Alto Adige c’è stato un incremento del 98% complessivamente con Trento che è cresciuta del + 94%».
È Trento, nel dettaglio, la città più rilevante in termini di utilizzo del servizio di food delivery, «un primato legato alla presenza di studenti» in base all’analisi di Just Eat. Per quanto riguarda invece le abitudini di cibo a domicilio dei trentini, Just Eat ha stilato una classifica: la pizza resta la primo posto, seguita da hamburger e cibo cinese.
«I numeri sono rilevanti e, seppur in modo diverso rispetto a territori come la Lombardia, svelano che anche in Trentino cambia il modo di alimentarsi e cambiano le abitudini», riflette Riccardo Salomone. Il presidente dell’Agenzia del lavoro, al di là del fenomeno food-delivery, cita gli impatti futuribili della cosiddetta gig economy, ossia l’economia dei lavoretti, delle piattaforme online e dei servizi erogati offline: «Si tratta di lavoratori che sommano più attività e più committenze, spesso autonomi — dice — Ed è qui che serve una risposta, per gestire il cambiamento; tutto va ripensato ma con una convinzione: il lavoro produce reddito ma ha bisogno di welfare».
Transizione I dati sono robusti anche qui cambia il modo di alimentarsi e cambiano le abitudini dei cittadini
I profili Gli occupati? Spesso persone che sommano più attività, sono lavoratori autonomi e hanno più committenti
Nodi aperti Al di là dei casi specifici, la gig economy merita risposte adeguate Tutto il sistema va ripensato
In arrivo La società di Treviso sbarcherà con il servizio a Bolzano entro l’anno
L’idea I clienti utilizzano App e siti per scegliere menu e locali