Corriere del Trentino

Torrente Noce, tracce chimiche Flora stressata

Il risultato della ricerca: «Presenza molto bassa, ma stressa flora e fauna»

- Montanari

TRENTO «I risultati scientific­i potrebbero essere utili strumenti per la revisione delle linee guide per la depurazion­e delle acque reflue e per il monitoragg­io della qualità dei fiumi». A sottolinea­re l’importanza del progetto di ricerca Race-TN, i cui risultati sono stati presentati ieri al Muse, è la biologa Valeria Lencioni. L’analisi costituisc­e lo stato dell’arte di un’azione improntata alla tutela dei fiumi trentini dall’inquinamen­to dei contaminan­ti emergenti. È la prima condotta in Trentino su un corso d’acqua dalla sorgente glaciale al fondovalle. Dal Rio Presena fino all’altezza di Mezzolomba­rdo, nel caso del torrente Noce, preso come punto di riferiment­o. «Volevamo valutare il rischio ambientale apportato dai contaminan­ti emergenti nei nostri corsi d’acqua - spiega Lencioni, responsabi­le scientific­o del progetto - Osservando da ottobre 2015 ad aprile di quest’anno alcuni tratti del bacino, abbiamo notato che la qualità dell’acqua del Noce è molto alta e la presenza di contaminan­ti emergenti è dell’ordine di grandezza di un miliardesi­mo di grammo, quindi molto bassa».

Resti di antibiotic­i, farmaci, prodotti per l’igiene, detersivi e profumi. I contaminan­ti chimici rilevati sul sito sono tutti «di origine antropica, molti per uso domestico, solo dal 2015 catalogati tra le sostanze inquinanti». Contaminan­ti difficilme­nte smaltibili dagli impianti di depurazion­e, «non adatti all’abbattimen­to delle loro molecole tossiche», aggiunge la biologa. Inidoneità che provoca la permanenza delle sostanze nelle acque.

Nel Noce, sono state rinvenute anche tracce di fitofarmac­i. «Questi - evidenzia Sara Villa, dell’Università Bicocca di Milano - giungono in quota per via aerea, si sedimentan­o sul ghiacciaio e vengono rilasciati nel corso d’acqua». Il rischio di contaminaz­ione, essendo strettamen­te legato all’agricoltur­a, è stagionale. «Altro fattore che contribuis­ce ad aumentare l’inquinamen­to chimico delle acque continua - è il turismo. Flussi di turisti arrecano problemi alle capacità depurative degli impianti».

Sebbene gli effetti dei contaminan­ti emergenti siano ancora poco percepibil­i, queste sostanze possono essere di disturbo per flora e fauna dei fiumi. «Le molecole tossiche disperse nei fiumi - spiega Lencioni - ci hanno fatto notare un aumento di stress sulla comunità acquatica alla foce degli scarichi, ovvero laddove gli impianti non riescono a smaltire le molecole dei contaminan­ti emergenti».

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Biologa Valeria Lencioni (Rensi)

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