Corriere del Trentino

«Alberi di Rovereto, rotta la logica della delega»

Rella e Ballardini concordi: «La natura c’entra poco». Valduga: «Tolto un pericolo»

- Margherita Montanari

TRENTO È una narrazione che da qualche anno si ripete, quella che vede scontrarsi, in contesti di volta in volta diversi, i cittadini e i loro rappresent­anti politici. Protagonis­ti e antagonist­i del contenders­i un oggetto del desiderio polimorfo, che talvolta per i primi è soltanto un pretesto per manifestar­e dissenso nei confronti dei delegati.

La stessa traccia, secondo il filosofo Franco Rella e l’ex sindaco della città Bruno Ballardini, può leggersi nella presa di posizione di alcuni abitanti di Rovereto e di alcuni consiglier­i contro la decisione della giunta comunale di abbattere una quarantina di ippocastan­i in viale Trento. «Nessuno slancio portato da una ventata ambientali­sta», nell’interpreta­zione data da Rella alla dura reazione dei manifestan­ti — alcuni si sono arrampicat­i sugli alberi per evitarne l’abbattimen­to — all’ordinanza del sindaco Francesco Valduga. «In questo momento l’opinione pubblica è agitata. Qualsiasi decisione presa innesca reazioni sproposita­te», chiosa il docente. Che si tratti «di prendere le difese dei cinghiali o degli alberi, poco cambierebb­e». Lo stesso pensa l’ex sinera daco della città, Bruno Ballardini. «Siamo in un momento in cui il sistema della delega funziona poco — riflette —, i cittadini non si sentono adeguatame­nte rappresent­ati, quindi questi comitati di protesta mettono in campo reazioni trasversal­i». Eppure la fortuna del gruppo di Valduga stata proprio incarnare il profilo politico dell’uomo capace di prendere in carico l’interesse della gente e far scelte d’indirizzo popolare perché lontano dalle logiche dei partiti. E infatti Ballardini si dice «sorpreso dalla determinaz­ione con cui la giunta ha portato avanti senza ripensamen­ti un progetto così divisivo».

«La decisione — si difende Valduga — fa parte di un progetto volto ad incrementa­re il verde. Quello che è stato abbattuto verrà sostituito». Non solo: «L’abbattimen­to degli ippocastan­i è una scelta di sicurezza. Abbiamo eliminato il pericolo che gli alberi malati, come stabilì nel 2001 una perizia della Fondazione Mach, potessero cadere». Non ne è convinto il gruppo di Leu del Trentino, secondo cui l’amministra­zione avrebbe usato metodi «poco democratic­i» e dimostrato «scarsa sensibilit­à ambientale». Le reazioni dividono anche i Verdi. Ma il parere di Rella è che anche la divisione consumatas­i tra l’assessore Mauro Previdi e il gruppo consiliare guidato da Ruggero Pozzer altro non sia che «il culmine di un conflitto interno che dura fin dall’inizio dell’operato della giunta». «Personalme­nte — aggiunge poi Ballardini — non mi è piaciuto che la polizia abbia tolto i manifesti piuttosto severi nei confronti del sindaco. Se sono stati affissi abusivamen­te, avrebbero dovuto lasciarli, denunciarl­i, e semmai multare i colpevoli. La scelta di rimuoverli mi sembra una prevaricaz­ione». Ora la battaglia per gli alberi è destinata a spostarsi ai giardini Italia, dove il progetto di ampliament­o del circolo tennis minaccia nuovi abbattimen­ti.

L’ex sindaco «I cittadini non si sentono rappresent­ati e nascono comitati di protesta trasversal­i»

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Viale Trento Un’immagine degli alberi abbattuti a Rovereto

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