Commissario deludente
Leggo la replica dell’ingegner Facchin e non posso che rimanere soddisfatto. Dall’alto della sua funzione non ha saputo portare un solo elemento (se non le sue parole) a confutazione di quanto da me sostenuto.
Il «tesoretto» dell’A22 è disponibile anche per le circonvallazioni? Posto che si tratta di una goccia da 500 milioni nel mare di miliardi necessari tra il Brennero e Verona, vedremo come saranno spalmati. Quando la coperta è corta qualcuno rimane sempre al freddo e, senza smentite da parte del commissario, continuo a non vedere stanziato nemmeno un euro per le tratte di accesso. Tra un ignorante e un commissario il tempo dirà chi aveva ragione.
Nessuna smentita sulle barriere: i residenti della tratta urbana centrale le attendono da almeno 15 anni (cioè da quando gli sono state promesse). L’assessore provinciale afferma (21 febbraio 2016) che i lavori partiranno nel gennaio 2017. Poi (agosto 2017) che «è possibile partire subito». Forse il commissario non segue il calendario ma siamo a fine aprile 2018 e non
c’è traccia di cantieri. Siamo certi che a questo punto ci penserà lui.
Non sapevo invece che l’ordine di priorità nella posa delle barriere fosse stato modificato dall’autorità giudiziaria anche perché nelle risposte alle diverse interrogazioni, negli incontri dei comitati con l’assessore e in circoscrizione nessuno l’aveva mai detto. Sarà mia cura approfondire.
Il commissario non riesce nemmeno a smentire che in un ventennio di chiacchere su stazioni internazionali e alta velocità non si sia riusciti a
trovare un rimessaggio adeguato a qualche vecchio treno diesel.
Ma evidentemente questi sono questioni di cui un personaggio del suo rango non si occupa. Lascio ai comitati il commento dell’affermazione dedicata alla velocità di attraversamento del centro cittadino («a rallentare i convogli ci pensano già le condizioni geometriche della linea»). Forse ignora che sul tema delle crescenti vibrazioni degli edifici era stata promessa una verifica. Chissà che l’assessore non l’abbia affidata a qualche tavolo o a qualche gruppo di lavoro
da cui l’ingegnere è escluso, e che questo sia il motivo per cui non se ne è più saputo nulla. Per il resto, l’ingegner Facchin può continuare a baloccarsi tra idealismo, fideismo e ottimismo. Noi, da populisti autentici, preferiamo affidarci all’empirismo. L’esperienza purtroppo ci dice che l’idea lanciata nel 2001 è rimasta in quel luogo ben descritto nel Fedro. Per noi che siamo con i piedi per terra, vista e udito confermano che a 18 anni di distanza non c’è nulla. Filippo Degasperi,