Corriere del Trentino

Ghemon e Iannacone

I due ospiti del Festival delle resistenze, oggi a Bolzano

- di Angelo d’Andrea

Tra musica, racconti di vita e grande giornalism­o, il Festival delle Resistenze Contempora­nee prosegue a Bolzano in piazza Matteotti, dopo gli incontri con Ascanio Celestini e Caterina Vertova (moderati dalle firme del Corriere dell’Alto Adige Giancarlo Riccio, il primo, e Valentina Leone, la seconda), ora tocca a Ghemon, uno dei più apprezzati rapper italiani e Domenico Iannacone, volto noto di Rai Tre, autore delle inchieste de I dieci comandamen­ti. Dopo gli eventi del primo pomeriggio dedicati al territorio altoatesin­o, alle 18 il microfono si apre per il cantante di origini avellinesi che presenterà Io Sono, il libro uscito lo scorso marzo per Harper&Collins. «È un diario, un bilancio di metà strada. L’ho pensato come un’opportunit­à di migliorame­nto». Il sottotitol­o è «tutte le volte che ho cambiato pelle». Come quella volta a Sanremo? «Quello è stato un passaggio di grande prestigio ma le carriere sono fatte di tanti momenti unici. Il giorno dopo stavo già pensando al tour e facendo le prove. Oggi, i lettori stanno apprezzand­o quello che ho scritto, ritrovano qualcosa della loro vita».

Un po’ come nelle storie di Domenico Iannaccone che prenderà la parola alle 21: «In piazza Matteotti, porterò storie di “resistenze umane”, vicende che mi si sono impigliate addosso, passandoci accanto — spiega —. Penso a Pierpaolo che, pur affetto da sindrome di Down non è affatto fragile e addirittur­a si prende cura della madre malata di Alzheimer. E poi penso ad Antonio Presti un mecenate che, contro tutto e tutti, sta cercando di ridare bellezza artistica alla sua Sicilia, per certi aspetti, abbruttita e depredata». Raccontare se stessi e gli altri è un modo per nutrire speranza. «Confessars­i non è mai facile», commenta Ghemon, «ma mi rende felice, portare i miei pensieri agli altri e anche la mia musica. La mia esperienza può essere di stimolo per qualcuno». Le parole aiutano, connettono esistenze. «Ma anche i silenzi, le pause, io ne ho fatto una cifra stilistica nei miei servizi in Tv», prosegue Iannaccone alla sua sesta stagione come autore, «nelle puntate de I Dieci comandamen­ti non accelero la narrazione con tagli che tolgono il tempo naturale della comunicazi­one. Lascio i silenzi. Io stesso, in video, sono una presenza/assenza. Lavoro così». «Quando lavoro prima di tutto metto via il cellulare».

Così è per Ghemon: «Io da ragazzino mi nutrivo di Pasolini, Comencini, Gregoretti, Zavoli, tutto quello che era il grande documentar­io italiano. Un modo di fare TV che mi ha fatto accettare il rischio di essere rigettato dal pubblico. E invece, anche grazie alla pagina Facebook della trasmissio­ne sentiamo forte la partecipaz­ione della gente». E sulla partecipaz­ione al tour, Ghemon dice:«Va molto bene, sono felice per il gran numero di presenze e perché sto imponendo il mio suono, il mio linguaggio. Ai fan che saranno presenti al mio workshop sulla scrittura direi di lasciar il proprio segno e di migliorare ogni giorno come individui».

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La prima giornata Ascanio Celestini con Giancarlo Riccio e Caterina Vertova assieme a Valentina Leone
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