Polizia municipale, disagio interno Si muove il Comune
Polizia municipale, si apre un tavolo a Palazzo Thun. «Maggiore impegno sulla sicurezza»
TRENTO «Un primo momento d’ascolto, per verificare eventuali situazioni di disagio tra i lavoratori della Polizia municipale».
Silvio Carlin spiega il senso del confronto aperto, nel tardo pomeriggio di ieri, in commissione Affari generali. Una discussione cui sono stati invitati anche il sindaco Alessandro Andreatta, il comandante Lino Giacomoni, la segretaria generale di Palazzo Thun Cecilia Ambrosi, la dirigente del settore Personale Chiara Morandini.
«Nessuna sovrapposizione con il ruolo dei sindacati — premette Carlin, presidente di commissione consiliare — semmai la volontà di capire meglio i problemi, in un settore sensibile e collegato direttamente alle richieste di sicurezza dei cittadini, ma anche attenzione alle esigenze di questi lavoratori».
Tra i temi toccati, l’eventuale revisione delle regole di ingaggio del personale operativo, con l’obiettivo di valutare, in futuro, un rafforzamento dell’organico, magari con un maggiore coinvolgimento di professionalità con pregresse esperienze nelle forze dell’ordine.
«La riflessione — sottolinea ancora Carlin — può aiutarci a integrare il regolamento di Polizia municipale oltre a permettere di approfondire il quadro e individuare eventuali elementi di disagio». Attualmente nel corpo di Polizia municipale sono in servizio 175 persone, contando anche il comandante Giacomoni, tra i quali 131 sono agenti, ventidue coordinatori, quattordici amministrativi, cinque funzionari, due operai addetti ai servizi ausiliari.
Nel complesso sono cinque le aree organizzative in cui il personale è suddiviso. La maggiore è quella dedicata ai servizi sul territorio che coinvolge 102 lavoratori, tra cui un amministrativo. Il settore polizia amministrativa, vede in campo ventitré dipendenti, di cui due impiegati.
Nella sezione attività amministrative, che cumula logistica e formazione, sono operativi in diciassette, di cui sette con funzione impiegatizia. Le procedure sanzionatorie sono affidate a sedici dipendenti, di cui cinque sono personale amministrativo. Sono sedici anche i lavoratori della polizia giudiziaria, con un amministrativo.
Enorme la mole di lavoro smaltita nel solo 2017, con 57.844 chiamate giunte alla centrale operativa, a testimoniare un’attività sempre più estesa e non più limitata alla sicurezza stradale.