Governo Conte, c’è Fraccaro
La delega: semplificazione o affari regionali. Il deputato: inizia la Terza Repubblica
Semplificazione, oppure rapporti con il Parlamento, affari Regionali. La nomenclatura della delega è in divenire, ma il suo nome è ormai certo e non manca nel taccuino che riepiloga la squadra che sarà guidata da Giuseppe Conte. Riccardo Fraccaro è ormai a un passo dal ricevere un ministero. L’ultimo deputato eletto in Trentino e arrivato a comporre un esecutivo fu Beniamino Andreatta, 22 anni fa. Risale al 1996 l’incarco alla Difesa, nel governo che fu di Romano Prodi. «Oggi — ha detto Fraccaro — inizia la Terza Repubblica».
TRENTO Era il 17 maggio 1996 e Beniamino Andreatta firmò l’incarico. Il compianto onorevole trentino guidò per due anni il ministero della Difesa nell’esecutivo che fu di Romano Prodi. Poi, per ventidue anni, la provincia di Trento non ha più restituito agli annali ulteriori cariche dello Stato. A interrompere due decenni d’attesa sarà Riccardo Fraccaro, veneto d’origine ma trentino d’adozione (nonché d’elezione). Il suo nome è ormai nel taccuino che riepiloga la squadra che sarà guidata da Giuseppe Conte. Da definire è solo la nomenclatura del ministero che spetterà a Fraccaro. Ma fra le ipotesi più gettonate c’è la Semplificazione.
Le chiavi di Palazzo Chigi potrebbero essere consegnate già oggi. La giornata di consultazioni, ieri, ha infatti accelerato i tempi. Passo deciso e sorriso aperto, Luigi Di Maio nel tardo pomeriggio ha inaugurato la sessione di consultazioni alla corte del Quirinale. Un ulteriore spinta verso la nascita di un governo germogliato in quasi tre mesi (80 giorni, per la precisione). «Giuseppe Conte sarà un premier politico di un governo politico, indicato da due forze politiche, con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate», s’è apprestato a dire il capo politico del Movimento cinque stelle. Un annuncio zeppo di entusiasmo, il suo. Il medesimo spirito che ha rilanciato poco dopo Riccardo Fraccaro: «Abbiamo definito un contratto approvato dagli elettori, con le priorità decise il 4 marzo — ha ribadito l’onorevole — Alle consultazioni abbiamo indicato Conte, che era nella squadra presentata ai cittadini. E ora daremo all’Italia un governo del cambiamento: inizia la Terza Repubblica».
Un registro quasi epico che ricalca l’iperbole di Di Maio: «Oggi possiamo dire che siamo di fronte a un momento storico» ha detto ancora il capo politico del Movimento, sull’uscio degli uffici di Sergio Mattarella. Il governo sarà «inaspettato ma votato, per- ché non si basa sui cambi di casacca» s’è poi impegnato a ribadire Di Maio che non ha mancato di rispondere alle critiche arrivate in mattinata dagli osservatori stranieri (tra cui il leader dei popolari europei Manfred Weber): «Prima fateci partire, almeno, e poi come è legittimo potrete criticarci».
Ma se le consultazioni di ieri hanno svelato il nome del premier designato dalle due forze politiche, ancora gli ultimi aggiustamenti spettano alla squadra di governo. Lo scheletro, tuttavia, è ormai trapelato. È già stata stilata, infatti, una lista di ipotetici ministri, in cui Salvini e Di Maio figurano rispettivamente all’Interno e allo Sviluppo economico (o Lavoro). Il capo dello Stato dovrà vagliare la scelta e, già oggi, potrebbe dare l’incarico di formare il governo a Conte, che sarebbe il sesto presidente del Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica. Proprio sabato, tra l’altro, per una buffa coincidenza Conte era atteso al settimo congresso giuridico distrettuale dell’Ordine degli avvocati di Trento, Bolzano e Rovereto, organizzato nel capoluogo. La sua lectio sulla lingua dell’avvocato, realisticamente dovrebbe slittare.
Ma tornando all’esecutivo in via di costituzione, agli Esteri pare destinato l’ambasciatore Giampiero Massolo; Giancarlo Giorgetti dovrebbe essere sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Tra i nomi che il Movimento cinque stelle difende con forza (o meglio: Di Maio) come detto c’è poi Riccardo Fraccaro. A lui pare destinato il ministero della Semplificazione, malgrado non sia escluso un ricorso alla prima ipotesi stilata dal Movimento che, ancora prima delle elezioni, presentò una ipotetica squadra affidando a lui il ministro per i rapporti con il Parlamento, affari regionali e democrazia diretta. Allo stesso modo non è da escludere una menzione ai costi della politica, tema da sempre caro al deputato. Nei primi cinque anni in Parlamento, infatti, Fraccaro si è battuto contro gli affitti d’oro degli organi costituzionali. Da questore si è poi lanciato nella crociata contro i vitalizi e il taglio dei costi della politica. Pare tramontare, invece, la delega alla Difesa ipotizzata nelle ultime ore.
Lectio in forse Il futuro premier era atteso al congresso giuridico distrettuale organizzato a Trento