Verbasco o Himmelbrand Pianta che incendia il cielo
Come dicevo la volta scorsa, non ho nessuna simpatia sia per gli stregoni di antica memoria, sia per gli esoterici moderni. Trovo però interessante e divertente ciò che le credenze popolari raccontano sulle piante e i loro usi. Riprendo dunque il discorso sul verbasco, pianta magica dai grandi, segreti poteri. Si pensava che il verbasco unisse il mondo dei vivi a quello dei morti, perché svetta alto sopra le altre piante e la sua lunga radice è profondamente conficcata nel terreno. Uno dei suoi molti nomi tedeschi è Himmelbrand, incendio del cielo. Può guarire, se lo stelo intinto nell’acqua santa vien posato sulla parte malata del corpo (augurandoci che l’acqua santa sia stata riscaldata). La formula magica per sostenere e aiutare il processo di guarigione è: «Unsere liebe Frau geht über Land, sie trägt den Himmelbrand in der Hand, nostra cara Signora incede sulla terra portando in mano l’incendio del cielo». Mi pare efficace.
Topi e ratti sono esseri demoniaci, perciò tutte le parti della pianta, se benedette, hanno il potere di scacciarli dalle dispense. Lo stelo inchiodato sopra la porta della stalla è un deterrente contro gli spiriti maligni. Il verbasco allontana il fulmine e i temporali, ma solo quando è stato benedetto in chiesa. Se invece non lo è — astuzie clericali! —, immancabilmente li attirerà. Quando sulla tomba di un caro estinto cresce spontaneo un verbasco, significa che il defunto, quand’era in vita, aveva fatto voto di andare in pellegrinaggio, ma non era riuscito a eseguirlo. L’anima non si darà pace fino a che un suo stretto parente non esaudirà il voto. Oppure potrebbe anche significare che l’anima sta soffrendo nel purgatorio, e che la famiglia deve pregare per lei.
Il passaggio di un funerale nelle vicinanze dei verbaschi, farà perdere loro il profumo. Lo apprendo anch’io per la prima volta dal libro Zauberpflanzen di Gertrud Scherf (ed. blv). Appena fioriranno i miei verbaschi che crescono copiosi in giardino, controllerò — sebbene i funerali normalmente passino molto lontani da casa mia — Non sapevo che i fiori profumassero, non l’avevo notato. Iniziano a fiorire ai primi di agosto, quando poche altre essenze schiudono le corolle; questo aiuta a nutrire e a fare bottino molti insetti, api e bombi. Se i fiori si aprono iniziando dalla base dello stelo, sono un presagio di copiose nevicate nell’inverno a venire. Hildegard von Bingen, famosa monaca guaritrice medievale, sosteneva che i con i verbaschi si curano raucedine e dolori di petto e che sono indispensabili per chi ha «un cuore debole e triste». Mia madre ne usava sempre i fiori seccati mescolati a quelli di tiglio in infuso quando eravamo raffreddati o con la tosse.