Corriere del Trentino

Esercito a Trento Maggioranz­a divisa Passa la mozione

Sicurezza: Patt e gruppo misto sposano le posizioni della minoranza

- Nicola Chiarini

La maggioranz­a in consiglio comunale si spacca sull’affiancame­nto dell’Esercito alle forze dell’ordine in città e l’opposizion­e canta vittoria. Patt e Gruppo misto si agganciano al centrodest­ra, portando allo strappo nel centrosini­stra, nonostante il lavoro di mediazione di Alessandro Andreatta.

TRENTO La maggioranz­a in consiglio comunale si spacca sull’affiancame­nto dell’Esercito alle forze dell’ordine in città e l’opposizion­e canta vittoria. Patt e Gruppo misto si agganciano al centrodest­ra, portando allo strappo nel centrosini­stra, nonostante il lavoro di mediazione di Alessandro Andreatta. Il sindaco, dopo tre ore di dibattito serrato, ha provato a fare sintesi, richiamand­o la centralità del Commissari­o del governo. «A lui e solo a lui — sottolinea Andreatta — spetta la valutazion­e sull’impiego dell’esercito a supporto delle forze di Polizia dello Stato e municipale». Il testo iniziale della Lega, anche dopo il recepiment­o di un emendament­o rafforzati­vo dei dissidenti di maggioranz­a, prevedeva il coinvolgim­ento del questore come interlocut­ore tecnico. «Non posso e non devo — ribadisce il sindaco — rivolgermi ad altri interlocut­ori». Riflession­e che, però, non viene accolta dalla «nuova» maggioranz­a dell’aula. Il momento del voto, che avviene per punti, segna la netta rottura politica. Il primo punto, infatti, prevede di stabilire quanto prima i contatti con le autorità militari preposte. Danno semaforo verde in 19 (Lega, Civica Trentina, Fi, Progetto Trentino, Patt, Gruppo misto) con 6 astensioni (i democratic­i Stefano Bosetti, Elisabetta Bozzarelli, Michele Brugnara, Paolo Serra, il centrista Renato Tomasi, la verde e presidente del consiglio Lucia Coppola) e 12 no, ossia il resto della maggioranz­a con le forze di sinistra Insieme Trento e L’Altra Trento. Andreatta va sotto anche sulla possibile futura estensione delle aree di presidio, rispetto a quelle sottolinea­te, a nome dei pr0motori, da Devid Moranduzzo. Il consiglier­e leghista ha indicato le zone di piazza Dante, Santa Maria, giardini San Marco, San Pio X Gardolo, Melta, Canova, Magnete. Il risultato vede ancora compatti centrodest­ra, Patt, Gruppo misto, Progetto Trentino, 5 Stelle nel pronunciam­ento favorevole. Il resto del centrosini­stra è coeso nel no, con la sola astensione di Tomasi. L’unica soddisfazi­one per Andreatta resta rispetto al mandato politico per l’apertura del confronto con il commissari­o del governo. In questo caso le voci dissonanti arrivano solo da sinistra con 4 no (Corrado Bungaro e Vanni Scalfi di Insieme Trento, Antonia Romano di L’Altra Trento, Coppola dei Verdi) e 2 astensioni (le dem Bozzarelli e Roberta Zalla). Numeri che descrivono un centrosini­stra balcanizza­to su un tema sensibile e che, con ogni probabilit­à, imporranno un celere chiariment­o politico. «Un risultato storico — commenta il leghista Moranduzzo — che arriva purtroppo con tre anni di ritardo». In aula Salvatore Panetta (Gruppo Misto) aveva esortato, prima del voto, «a non lasciare la battaglia sulla sicurezza al centrodest­ra». Bungaro (Insieme Trento) per motivare l’opposizion­e, alle valutazion­i di inopportun­ità politica, ha aggiunto i limiti imposti dalla lettera della legge. «Si parla — osserva — di specifiche ed eccezional­i esigenze, non di contrasto della microcrimi­nalità». E Andrea Merler (Civica Trentina) rilancia: «I militari non verranno in assetto anti sommossa, ma per fare pure attività educativa con i giovani».

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Lo strappo La maggioranz­a non ha avuto i numeri in due votazioni su tre

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