Esercito a Trento Maggioranza divisa Passa la mozione
Sicurezza: Patt e gruppo misto sposano le posizioni della minoranza
La maggioranza in consiglio comunale si spacca sull’affiancamento dell’Esercito alle forze dell’ordine in città e l’opposizione canta vittoria. Patt e Gruppo misto si agganciano al centrodestra, portando allo strappo nel centrosinistra, nonostante il lavoro di mediazione di Alessandro Andreatta.
TRENTO La maggioranza in consiglio comunale si spacca sull’affiancamento dell’Esercito alle forze dell’ordine in città e l’opposizione canta vittoria. Patt e Gruppo misto si agganciano al centrodestra, portando allo strappo nel centrosinistra, nonostante il lavoro di mediazione di Alessandro Andreatta. Il sindaco, dopo tre ore di dibattito serrato, ha provato a fare sintesi, richiamando la centralità del Commissario del governo. «A lui e solo a lui — sottolinea Andreatta — spetta la valutazione sull’impiego dell’esercito a supporto delle forze di Polizia dello Stato e municipale». Il testo iniziale della Lega, anche dopo il recepimento di un emendamento rafforzativo dei dissidenti di maggioranza, prevedeva il coinvolgimento del questore come interlocutore tecnico. «Non posso e non devo — ribadisce il sindaco — rivolgermi ad altri interlocutori». Riflessione che, però, non viene accolta dalla «nuova» maggioranza dell’aula. Il momento del voto, che avviene per punti, segna la netta rottura politica. Il primo punto, infatti, prevede di stabilire quanto prima i contatti con le autorità militari preposte. Danno semaforo verde in 19 (Lega, Civica Trentina, Fi, Progetto Trentino, Patt, Gruppo misto) con 6 astensioni (i democratici Stefano Bosetti, Elisabetta Bozzarelli, Michele Brugnara, Paolo Serra, il centrista Renato Tomasi, la verde e presidente del consiglio Lucia Coppola) e 12 no, ossia il resto della maggioranza con le forze di sinistra Insieme Trento e L’Altra Trento. Andreatta va sotto anche sulla possibile futura estensione delle aree di presidio, rispetto a quelle sottolineate, a nome dei pr0motori, da Devid Moranduzzo. Il consigliere leghista ha indicato le zone di piazza Dante, Santa Maria, giardini San Marco, San Pio X Gardolo, Melta, Canova, Magnete. Il risultato vede ancora compatti centrodestra, Patt, Gruppo misto, Progetto Trentino, 5 Stelle nel pronunciamento favorevole. Il resto del centrosinistra è coeso nel no, con la sola astensione di Tomasi. L’unica soddisfazione per Andreatta resta rispetto al mandato politico per l’apertura del confronto con il commissario del governo. In questo caso le voci dissonanti arrivano solo da sinistra con 4 no (Corrado Bungaro e Vanni Scalfi di Insieme Trento, Antonia Romano di L’Altra Trento, Coppola dei Verdi) e 2 astensioni (le dem Bozzarelli e Roberta Zalla). Numeri che descrivono un centrosinistra balcanizzato su un tema sensibile e che, con ogni probabilità, imporranno un celere chiarimento politico. «Un risultato storico — commenta il leghista Moranduzzo — che arriva purtroppo con tre anni di ritardo». In aula Salvatore Panetta (Gruppo Misto) aveva esortato, prima del voto, «a non lasciare la battaglia sulla sicurezza al centrodestra». Bungaro (Insieme Trento) per motivare l’opposizione, alle valutazioni di inopportunità politica, ha aggiunto i limiti imposti dalla lettera della legge. «Si parla — osserva — di specifiche ed eccezionali esigenze, non di contrasto della microcriminalità». E Andrea Merler (Civica Trentina) rilancia: «I militari non verranno in assetto anti sommossa, ma per fare pure attività educativa con i giovani».