Lupi, associazioni nette «Dallapiccola apra il dialogo La sua petizione? Un flop»
TRENTO «La petizione online contro il lupo è stata una forma di terrorismo mediatico a cui i sostenitori pro-lupo hanno risposto con forza superando di molto il numero di firme raccolte dagli oppositori». così giudica la campagna anti-lupo Caterina Rosa Marino, responsabile della sezione Trentino-Alto Adige della Lega abolizione caccia (Lac).
L’attacco è rivolto alle petizioni online lanciate lo scorso marzo dall’assessore all’agricoltura della Provincia di Trento Dallapiccola e da quello dell’Alto Adige Schuler. Ora, a votazioni chiuse, tutte le associazioni ambientaliste rivendicano il risultato: 42.500 firme in più rispetto a quella di Dallapiccola e 7.000 in più a quella di Schuler.
«I potenti mezzi delle Province di Trento e Bolzano non sono riusciti a battere i sostenitori della biodiversità — afferma Francesco Mongioì di Lac — Dallapiccola deve togliersi dalla mente la fissazione che i grandi carnivori danno fastidio al territorio. Ha il dovere di ricoprire la carica di assessore nell’interesse di tutti e non soltanto dei pochi allevatori ed agricoltori. Infatti, ogni volta che richiediamo il confronto, veniamo respinti duramente oppure non riceviamo risposta. Invece di fare petizioni online, apra lo spazio al dialogo».
A entrambi gli assessori la Lac ha inviato una lettera tramite cui richiede «un incontro per decidere insieme le misure di tutela del lupo, vista la validità della raccolta firme come veicolo decisionale».
In realtà, dal 10 maggio, per le associazioni ambientaliste il cammino si è fatto in salita. Nella conferenza Stato-Regioni è stato accolto un emendamento che dà la possibilità alle Regioni di ottenere più facilmente le deroghe per il prelievo, la cattura o l’uccisione dell’orso bruno e del lupo.
«Proveremo a entrare in contatto con la Commissione europea e con il Capo dello Stato», annuncia Mongioì.