Fatture false da 1,5 milioni Commercialisti denunciati
Rovereto, nei guai 2 commercialisti. Sigilli a conti e villa
Duecommercialisti di Rovereto sono stati denunciati dalla guardia di finanza della Città della Quercia. Secondo le indagini avrebbero prodotto fatture false per oltre 1,5 milioni di euro ed evaso così l’Iva per oltre 300.000 euro. Sequestrati conti correnti e particelle di un’abitazione di pregio sul Garda bresciano.
TRENTO Uno gonfiava le fatture, l’altro non versava l’Iva. Due noti commercialisti di Rovereto sono stati denunciati dalla guardia di finanza della Città della Quercia per aver elaborato e applicato un avanzato sistema contabile per consentire a una società di elaborazione dati, della quale sarebbero co-amministratori, di non pagare le imposte. Secondo le accuse delle Fiamme Gialle, avrebbero gonfiato fatture per 1.706.120,89 euro evadendo 307.661,15 euro di Iva.
L’indagine «Partita doppia», nome adottato per il metodo di scrittura contabile sul quale si baserebbe il sistema, è iniziata nel settembre 2017. All’epoca i militari stavano indagando un roveretano sospettato di esercitare abusivamente la professione di esperto contabile e consulente del lavoro. Durante le indagini i finanzieri hanno controllato la contabilità di una società di elaborazione dati con sede a Rovereto, di cui il presunto professionista abusivo risultava essere amministratore. Ad attirare l’attenzione dei militari è stata la presenza di numerose fatture registrate che erano state emesse da un commercialista della città, il quale secondo la guardia di finanza avrebbe degli interessi economici nella società, da lui controllata pur non figurando come socio. Gli importi delle fatture emesse avrebbero costituito circa il 90% dell’intero volume d’affari della società di elaborazione dati, cosa che secondo i militari mostrerebbe chiaramente l’esistenza di un rapporto esclusivo tra la società e il commercialista.
La Procura di Rovereto ha quindi aperto un’indagine per frode fiscale e le Fiamme Gialle sono ricorse alle verifiche bancarie per mappare i flussi finanziari dei due professionisti, confrontandoli con la fatture presenti in contabilità, e ricostruendo una presunta frode fiscale perpetrata dal 2014 al 2017.
Il commercialista risulterebbe amministratore di fatto della società, a favore della quale avrebbe emesso fatture per importi notevolmente superiori a quelli contrattualmente pattuiti e spettanti per le prestazioni professionali che effettivamente fornite. L’altro soggetto, amministratore di diritto della società, in accordo con il primo avrebbe evaso le tasse evitando di versare l’Iva a seguito della registrazione in contabilità delle presunte fatture gonfiate e inserendo i pagamenti come prestiti personali e non sulla base delle fatture stesse, sottraendoli così al regime impositivo.
Sulla base degli elementi forniti dalla guardia di finanza, la Procura ha chiesto e ottenuto il sequestro «per equivalente» di 166.661,20 euro dai conti correnti di uno degli indagati e alcune particelle catastali di un immobile di pregio situato sulla sponda bresciana del lago di Garda per un valore di 141mila euro, secondo i militari nella piena disponibilità del commercialista roveretano benché formalmente intestato a terzi.