Metalmeccanici artigiani Contratto nazionale firmato «Trento, patto illegittimo»
TRENTO Dopo sei anni è stato firmato il contratto nazionale dei metalmeccanici artigiani. L’intesa riguarda 4.500 lavori trentini su 500.000 nazionali. La firma è unitaria, come in tutti i contratti nazionali metalmeccanici. La Fiom Cgil trentina, con la segretaria manuela Terragnolo ( foto), coglie l’occasione per puntare il dito contro l’integrativo territoriale della stessa categoria, che ha visto lo scontro con Assoartigiani, Fim Cisl e Uilm.
L’intesa raggiunta riguarda solo le aziende artigiane e dunque «non si può applicare a quelle industriali». Alcuni aspetti: i minimi tabellari vengono incrementati tra maggio e settembre 2018 di 42 euro per il quinto livello del settore metalmeccanico e installazione impianti, prendendo a riferimento l’inflazione del periodo 2015/2018, pari al 3,2%. È stata inoltre definita una «una tantum» di 299 euro per i periodi dopo il 2014. La sanità integrativa passa a totale carico dell’azienda. «Riguardo all’orario di lavoro si introduce uno strumento alternativo alla flessibilità: l’azienda potrà articolare l’orario su una media di 40 ore nei 12 mesi, ma la paga delle 40 ore va garantita sempre, entro i limiti fra 35 e 45 ore. Maggiorazione del 10% oltre le 40». I tempi determinati che si possono assumere aumentano di una unità. «Non ci sono le derive del contratto territoriale firmato da Assoartigiani, Fim e Uilm, con cui sono state peggiorate le condizioni dei lavoratori trentini,oggi le peggiori in Italia, e rotto l’unità sindacale. La Fiom, tanto più a fronte della firma unitaria del contratto nazionale, ribadisce l’illegittimità del contratto territoriale separato e rivendica la piena applicazione del Ccpl unitario 2016. La Fiom si augura che Assoartigiani prenda atto della sua distanza dagli orientamenti nazionali di Confartigianato e apra la strada ad una ricomposizione della vertenza territoriale».