Labirinti Armonici «Bonporti Sonatas» Il cd del violinista Andrea Ferroni
Labirinti Armonici fissa la sua prima impronta sui dodici centimetri di diametro con Bonporti. Sonatas op.2 for 2 Violins and b.c. Prodotto da Brilliant Classics il cd appena uscito porta in copertina solo la sopracciglia e l’occhio sinistro del «gentilhuomo di Trento e nobile dilettante di musica»: la nota casa discografica olandese ha deciso di scommettere su Andrea Ferroni (violino I), Joseph Höhn (violino II), Ivo Brigadoi (cello) e Andreas Benedikter (clavocembalo e organo) proponendo — come d’altronde è nello stile della Brilliant — l’integrale delle 40 sonate per due violini e basso continuo della riscoperta trentina di Francesco Antonio Bonporti.
«Quando decidemmo di festeggiare i dieci anni dell’ associazione con un’ incisione dedicata a Bonporti — racconta Ferroni — capimmo presto che un opera completa sarebbe stata una mossa più intelligente in ambito discografico. Ora ci chiedono l’integrale e noi abbiamo già registrato l’Op. 1 in un cd che dovrebbe uscire entro fine anno, ma i due successivi non saranno facili da realizzare a causa dell’onere economico».
Se, però, «chi comincia bene è già a metà dell’opera» non v’è dubbio che Labirinti Armonici sia sulla buona strada. C’è amore, si sente, verso queste sonate eseguite con strumenti d’epoca: il suono è compatto, l’ interpretazione nitida e di grande pertinenza stilistica. La danza — ingrediente compositivo pregnante dell’Op.2 — è guardata all’interno di quel fenomeno di nobilitazione che portò Bonporti ad integrarla con severità «da chiesa» senza però annullarne il carattere più frizzante e salottiero. La continua esposizione del violino nel veicolare il senso della partitura, in un profondo richiamo alla sonata solistica, è sorretta da Ferroni con agilità e raffinatezza, in una scelta del fraseggio che sempre scandisce la quadri partizione architettonica di ciascuna sonata. «Abbiamo cercato di individuare l’ interpretazione filologica più coerente—spiega Ferroni—e in questo la conoscenza della prassi esecutiva diJosefè stata essenziale, co mela presenza di Ivo al violoncello. Con loro suono meglio».
Il risultato declina quella che Antonio Carlini definisce una geografia ancora veneziana già in grado di anticipare lo stile händeliano: accanto ai caratteri più freschi non mancano lirismo e rarefazione.