«Costituzione, libro di pesi e contrappesi»
La giudice De Pretis ricorda: «La Carta è un libro di pesi e contrappesi»
Fa parte dell’organismo titolato a esprimersi, fra le varie materie, anche «sulle accuse promosse contro il Presidente della repubblica» come recita l’articolo 134 della Costituzione. Per questo l’ex rettrice dell’università di Trento Daria De Pretis, giudice della corte costituzionale, a chi le chiede un parere sulla richiesta di messa in stato di accusa di Sergio Mattarella da parte di Luigi Di Maio e Giorgia Meloni risponde con un categorico «No comment». Così come sostiene di «non poter intervenire» su quanto accaduto al Quirinale domenica (il presidente, come noto, non ha condiviso la proposta di Giuseppe Conte per il ministro dell’economia e il presidente del consiglio incaricato ha rimesso il mandato), non certo, almeno, da un punto di vista politico.
Non si esime dal sottolineare, tuttavia, come «l’architettura del sistema dei poteri prevista dalla Costituzione sia complessa e preveda pesi e contrappesi». De Pretis lo afferma nel corso del suo intervento al seminario organizzato ieri dalla direzione della casa circondariale di Spini in collaborazione con la facoltà di giurisprudenza e l’associazione Apas e lo spiega a margine del convegno: «La Costituzione esordisce all’articolo 1 sottolineando che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nei modi e nei limiti previsti dalla Costituzione innanzitutto e che sono stati, nel 1947 e ‘48, la risposta a ciò che era accaduto negli anni precedenti — chiosa la giudice — la stessa carta costituzionale è un libro dei pesi e dei contrappesi che mira a sottrarre determinati valori, principi e impegni in essa previsti all’arbitrio di una parte, fosse anche la parte maggioritaria: i principi della Costituzione sono enunciati anche come protezione dei diritti rispetto alla maggioranza».