Bombe molotov a Trento e Pergine Fermato un ambulante di 55 anni
Si tratta di un commerciante di 55 anni. Il questore: «Ha agito per motivi personali e non politici» Lo stesso uomo denunciato anche dai carabinieri per aver danneggiato con la colla dei bancomat
La polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Trento, ha eseguito lunedì il fermo nei confronti di un uomo di 55 anni. L’uomo è ritenuto essere l’autore della fabbricazione delle tre bottiglie molotov rinvenute giovedì scorso a Trento e di averne utilizzate altre due sabato a Pergine. Quel giorno sono stati due gli incendi avvenuti in Valsugana: il primo aveva colpito la porta d’ingresso di un’abitazione privata e il secondo una casetta in legno nel parco «Tre Castagni». Il questore D’Ambrosio ha sottolineato che l’uomo avrebbe agito per motivi personali.
Sempre lunedì, lo stesso uomo è stato denunciato dai carabinieri di Pergine. È accusato di aver versato della colla sui tastierini numerici di cinque bancomat.
TRENTO Sono bastati cinque giorni agli investigatori della Digos per arrivare a individuare il presunto responsabile della fabbricazione delle tre bottiglie molotov rinvenute giovedì scorso in piazza D’Arogno a Trento e del lancio di altre due sabato a Pergine. Si tratterebbe di Lino Pallaoro, commerciante ambulante di 55 anni.
Gli inquirenti sono arrivati a lui attraverso approfondite e dettagliate indagini, ma anche grazie alla collaborazione dei residenti nei due centri e dei rispettivi agenti di polizia locale. Tutto è iniziato giovedì, giorno di mercato per il capoluogo. Un addetto alla nettezza urbana raccoglie uno zaino mimetico sotto una panchina collocata dietro al Duomo. Ignaro del contenuto della sacca, l’uomo la carica nel retro del mezzo di servizio, insieme ai rifiuti. Poco dopo, sentito un forte odore di benzina, si ferma in via Prati e avvisa le forze dell’ordine. Subito intervenuti, gli agenti intervenuti scoprono il pericoloso carico: tre bottiglie di vino in vetro piene di combustibile e con tanto di innesco. Due giorni più tardi, nella prima mattinata di sabato, a Pergine viene appiccato un incendio alla porta d’ingresso di un’abitazione attraverso il lancio di una molotov, e nello stesso pomeriggio altre fiamme si sprigionano da una casetta di legno della Provincia collocata nel vicino parco «Tre Castagni».
Messi insieme tutti gli elementi e le testimonianze raccolte, gli investigatori hanno collegato gli episodi e individuato l’uomo, a quel punto fortemente sospettato di aver commesso i delitti. Coordinati dal pubblico ministero Davide Ognibene, gli agenti hanno quindi eseguito una perquisizione nell’abitazione dell’uomo. Durante il sopralluogo sono stati sequestrati numerosi oggetti che, secondo le ipotesi degli inquirenti, dimostrerebbero la sua responsabilità nella fabbricazione delle bottiglie molotov rinvenute a Trento e nel lancio di quelle esplose a Pergine due giorni più tardi. Una serie di elementi e considerazioni sulla base dei quali la Procura ha disposto il fermo per l’uomo, provvedimento eseguito nella serata di lunedì stesso. Dalla questura di Trento fanno sapere che ulteriori indagini sono in corso per altre simili azioni commesse nei giorni a Pergine.
Sempre nella giornata di lunedì, i carabinieri della stazione di Pergine Valsugana hanno denunciato Pallaoro per danneggiamento aggravato. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe messo fuori servizio cinque sportelli bancomat a Pergine il 21 maggio scorso. Pallaoro, sempre secondo le accuse, si sarebbe avvicinato alle macchine fingendo un prelievo ma anziché ritirare il denaro avrebbe versato della colla sui tastierini numerici. Una scena ripresa dalle telecamere di sorveglianza, i cui filmati sono stati acquisiti dai militari che poi in Pallaoro avrebbero riconosciuto il responsabile del gesto. Secondo i carabinieri il danneggiamento sarebbe stato compiuto a causa di alcuni screzi fra l’uomo e il personale di uno degli istituti.
«Le indagini, coordinate dall’autorità giudiziaria, sono state condotte in tempi molto rapidi nonostante nell’ultimo periodo si siano verificati episodi degni di attenzione, nonché attentati di matrice anarchica» sottolinea il questore Massimo D’Ambrosio riferendosi all’attacco incendiario al poligono di Roverè della luna, quelli registrati durante l’adunata degli alpini e il Giro d’Italia. «L’attenzione investigativa resta molto alta, per fare in modo che i responsabili siano individuati e assicurati alla giustizia — continua D’Ambrosio — Questo anche nell’ottica del fatto che finalmente è emersa tutta l’intolleranza del tessuto sociale nei confronti di questi personaggi».
D’Ambrosio
Indagini rapide anche se nell’ultimo periodo si sono verificati episodi degni di attenzione