«Abolire la mia riforma? No, va aggiustata»
L’ex ministra Fornero difende il suo provvedimento. Contestazione del Sbm: disastro sociale
TRENTO L’abolizione della legge Fornero? Una provocazione, piuttosto andrà aggiustata per aumentarne l’equità. «Le riforme non nascono perfette, ma sono dei processi. Vanno guardate con occhi onesti e non sfruttate cinicamente per vantaggi politici o, peggio, attacchi brutali». A dirlo Elsa Fornero al Festival dell’Economia che ieri, al teatro Sociale, si è confrontata sulla riforma pensionistica che tanto ha fatto — e continua — a far discutere con Andrea Roventini, docente di economia al Sant’Anna di Pisa, in un colloquio moderato da Davide Colombo. «Il titolo dell’incontro inizialmente era “Abolire la Fornero” — apre l’ex ministra — ho chiesto che venisse attenuato». Risate, applauso. Ormai l’autrice del sistema pensionistico, l’ironia se la gioca da sola, anche ieri a Trento non sono mancate proteste nei suoi confronti. Un presidio del sindacato di base multicategoriale (Sbm) ha aperto uno striscione con la scritta «Fornero, di lavoro si muore perché di lavoro precario si vive». Fornero è stata definita dai manifestanti «l’ex ministra del disastro sociale«.
Eppure ha spiegato che dovremmo anzitutto affrancarci dal quel retaggio culturale «che appartiene soprattutto all’Italia, ma anche alla Francia» che vuole risolverei problemi sociali ricorrendo al sistema previdenziale. In sostanza dare sicurezza e proteggere gli anziani con la pensione. «Peccato che negli anni si è andata trascurando la sostenibilità del sistema pensionistico in chiave economica — spiega Fornero — e serviva una razionalizzazione. Il pensionamento segue l’attività lavorativa e ancora prima, con delle intersecazioni c’è la formazione. Il tutto si regge se ci sono basi sane». Quanto all’età giusta per andare in pensione, l’ex ministra conviene che si potrebbe applicare la formula «vai quando ti pare, ma a spese tue, sulla base del tuo contributo pensionistico», ma flessibilità e responsabilità non sempre si incontrano e dunque «servono delle regole e dei paletti. I lavori usuranti? – prosegue – Concordo che sia necessario un intervento più robusto, ma cosa è usurante oggi? Una volta lo erano i lavori fisici, oggi anche un lavoro intellettuale può essere usurante». Insomma non ci sono soluzioni che accontentano tutti. L’incontro non ha mancato di affrontare anche l’equità tra generi e generazioni, mentre a margine del festival una battuta è arrivata anche per il neo ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. «Non mi sono mai posta il problema di quando andrà in pensione, ma se dovessi dirgli qualcosa gli direi: lavora».