I partiti del Sudtirolo per Pallaver
I partiti, almeno le forze politiche locali sul lettino del dottor Freud? Sì, se lo psicoanalista è Günther Pallaver, scienziato della politica, docente all ’ a teneo di Innsbruck e studioso di respiro non solo europeo. E I partiti del Sudtirolo/ analisi, trend e prospettive, per ora in versione tedesca, edizioni Raetia, è il suo saggio ricco, articolato e stimolante che sta per uscire in libreria.
Diciamo subito che abbracciare la storia politica locale dal secondo Dopoguerra ad oggi — e alla vigilia delle elezioni amministrative più enigmatiche almeno dell’ultimo decennio — è compito complesso e insidioso per tutti. Ma Pallaver per prima cosa non se lo nasconde affatto e poi il suo libro arriva prima che una serie di dilettanti allo sbaraglio si cimentino nella stessa avventura con il rischio di banalizzare e volgarizzare lo scenario.
Dunque, partiti sotto stress? «Certo — risponde l’autore — e non solo quelli locali. In genere, registriamo una grande trasformazione dei partiti da 20-30 anni. E i partiti altoatesini ne risentono come gli altri». Con una differenza tra partiti di lingua italiana e quelli di lingua tedesca, a svantaggio dei primi? «Sì, sono di più sotto stress. Perché i partiti “italiani” risentono del cambiamento anche profondo a livello nazionale. Uno scenario nazionale che invece non si ripercuote sulle forze politiche “tedesche” di casa nostra». I partiti locali di lingua tedesca hanno però riferimenti in Austria e in Germania: come la vede Pallaver? «Riferimenti ci sono, specie con l’Austria. Ma lì i partiti come quello nazional-tedesco non registrano fibrillazioni interne come nei partiti italiani». Diviso in 8 capitoli, uno spettro storico cronologico di oltre 70 anni, il saggio è un’analisi politologica accurata e affollata di riferimenti e di una documentazione che ne fa anche un libro di storia tout court.