Zobele preoccupato «Parlano di quattro poli, mi vengono i brividi»
«Se a livello nazionale TRENTO abbiamo già visto che il sistema tripolare ha portato alla situazione che tutti conosciamo, parlare di quattro poli in Trentino personalmente mi fa rabbrividire». La preoccupazione di Enrico Zobele è grande e non viene minimamente nascosta.
Ieri il presidente di Confindustria Trento l’ha manifestata apertamente dal palco dell’assemblea generale dell’associazione, davanti ai soci ma soprattutto davanti al presidente della Provincia Ugo Rossi, al vicepresidente Alessandro Olivi, a numerosi consiglieri provinciali e alla delegazione parlamentare della Lega. «All’incertezza della fase politica nazionale, in Trentino viviamo anche quella relativa alle prossime elezioni regionali – continua Zobele – Lo scenario a livello locale è tutt’altro che definito, sia per i programmi che per quanto riguarda le alleanze tra i partiti e i leader che guideranno le coalizioni». Il presidente degli industriali trentini sottolinea poi che a preoccupare è «il fatto che finora abbiamo sentito parlare tanto di nomi e quasi nulla di programmi o di visioni per il futuro del Trentino». A tutte le parti politiche, quindi, Zobele ha offerto i sei temi ritenuti prioritari per la categoria in questo momento, partendo naturalmente dalle infrastrutture e in particolare dalla ferrovia del Brennero, ritenuta «l’opera più importante», ed elencando subito dopo la Valdastico, la Loppio-Busa - «i cui lavori sono stati finalmente avviati» – la messa in sicurezza della circonvallazione di Trento, l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana, la terza corsia dinamica dell’A22, la manutenzione delle strade, l’ultimo miglio della fibra ottica e il Not, «che quando inizieranno i lavori, se inizieranno, sarà già vecchio di dieci anni e quando sarà completato lo sarà di venti». Un tema, quello delle infrastrutture, su cui è intervenuto anche il presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas, ospite dell’assemblea, il quale ha evidenziato la necessità di un collegamento «per legarci verso Nord, per connettere Belluno al Brennero».
Zobele ha poi puntato i riflettori sulle politiche fiscali, apprezzando «gli sforzi» affrontati dalla Provincia nelle ultime Finanziarie, a cui Olivi ha aggiunto poco dopo le iniziative intraprese per Whirlpool, Gallox e Malgara: «Un impegno attraverso il quale abbiamo portato la ripartenza dalla centralità del lavoro come nostra responsabilità» ha detto l’assessore provinciale.
L’attenzione si è poi spostata sul credito. «La crescente domanda di finanziamento del settore produttivo a livello locale non è adeguatamente sostenuta dal sistema del credito – spiega Zobele – È pertanto necessario promuovere nuovi strumenti di supporto alla patrimonializzazione delle imprese e alla finanza aziendale, aggiuntivi a quelli del canale bancario». Di qui anche la preoccupazione «per la mancanza di banche territoriali e per l’ultima uscita del ministro Fraccaro che vuole mettere in discussione il progetto di aggregazione del credito cooperativo». Un «ruolo importante» nel sostegno ai progetti di investimento potrebbero dunque giocarlo i Confidi: «A livello locale riteniamo sia arrivato il momento di ragionare in un’ottica di sistema, arrivando alla costituzione di un unico consorzio fidi per le imprese trentine» ha auspicato l’imprenditore. Altri punti sottoposti alla politica sono le politiche attive del lavoro, scuola e formazione, semplificazione amministrativa.
«Una scossa», però, Zobele ha voluto darla anche a tutto il tessuto produttivo trentino, evidenziando come il Pil pro capite in provincia stia crescendo più lentamente dei territori analoghe. «Stiamo viaggiando più lentamente anche della media europea – prosegue – Di questo passo, tra meno di dieci anni, saremo a livello medio del Pil pro capite dell’Unione europea a 28 membri». Uno slancio a cui potrebbe contribuire in maniera importante il confronto che nascerà dal Coordinamento imprenditore, organismo che Zobele ha spiegato potrebbe essere riattivato.
Sulla crescita futura si è soffermato anche il governatore durante il suo intervento, annunciando che «con il prossimo assestamento di bilancio prevediamo una crescita del Pil vicina al 2%», ciò però a condizione che «il governo nazionale non mini le nostre entrate intervenendo sui trasferimenti». In particolare, come anticipato al Corriere del Trentino il 2 giugno scorso, Rossi ha avvisato che «la Flat tax comporterebbe dei costi per la nostra Provincia pari a circa 500 milioni di euro all’anno», cifra derivante da un minor gettito e che metterebbe a rischio la qualità dei servizi.
Rossi Con l’assestamento di bilancio prevediamo una crescita del prodotto interno lordo che arriverà a sfiorare il 2% Olivi Whirlpool, Gallox e Malgara: abbiamo posto la centralità del lavoro come impegno della Provincia Banche Nervosismo è stato generato anche dalla posizione di Fraccaro sulla riforma Bcc