Banca d’Italia, crescono Pil e lavoro Edilizia, Bolzano torna a sorridere
Il rapporto: Trentino in ripresa dopo la stagnazione. Ma molti laureati fuggono
BOLZANO Più benessere economico per le famiglie, più lavoro (sia in termini di impiego che di produttività), più prestiti a privati e imprese e un comparto edile che sta tornando ai livelli pre-crisi. È un quadro positivo (più per l’Alto Adige che per il Trentino) quello che ha delineato ieri la Banca d’Italia, non immune, tuttavia, dal fenomeno dei cosiddetti «cervelli in fuga»: negli anni la tenuta occupazionale del territorio ha attirato molti lavoratori provenienti da fuori regione ma non è riuscita a contrastare l’emigrazione dei laureati che hanno scelto di cercare occupazione all’estero.
I dati sono quelli del rapporto annuale regionale della Banca d’Italia, con un ciclo di conferenze che ha fatto tappa ieri a Bolzano e che oggi si terrà a Trento. Il punto di partenza dell’analisi è il prodotto interno lordo (Pil) delle due province. «A livello nazionale – spiega Antonio Accetturo, responsabile del nucleo di ricerca economica della filiale trentina – la crescita del 2017 è attestata al +1,5%, in forte accelerazione rispetto al 2016 e trainata dalla domanda estera. Ha contribuito però anche una componente interna, dasostanziale ta dai nuovi investimenti delle imprese e dalla ripresa della spesa delle famiglie. I dati di Alto Adige e Trentino registrano incrementi analoghi ma, mentre per il primo si tratta di un consolidamento della crescita dell’ultimo decennio, per il secondo abbiamo assistito a una ripresa della crescita dopo sei anni di stagnazione». A influire maggiormente, in Alto Adige, sono stati l’industria e i servizi. «L’attività industriale ha continuato a crescere, beneficiando di un aumento tanto della domanda interna che estera – prosegue Accetturo – con le esportazioni che hanno fatto registrare un +8%, crescendo a ritmi superiori rispetto alla domanda. Il che si traduce in una maggiore concorrenza per un mercato che cresce a ritmi superiori rispetto al commercio mondiale».
Bene anche il comparto edile, dove l’indicatore, dato dalle ore lavorate, ha mostrato un +10,2%. «Un dato in controtendenza con il resto d’Italia, Trentino compreso, dove il comparto è in sofferenza» precisa l’esperto.
In positivo sono anche i dati sugli investimenti delle imprese (+5,6%), il che si riflette in un aumento delle domande di prestiti (+2,1%), «specie da parte delle medio-grandi imprese, mentre nelle piccole si assiste a una sostanziale stagnazione – chiarisce – Aumentano anche i prestiti alle famiglie (+5,5%), destinati soprattutto all’acquisto della prima casa e al settore privato non finanziario (+2,9%). Con una rincorsa delle casse Raiffeisen che si aggiudicano una quota di mercato del 44%, a fronte di un utile lordo di 88,8 milioni di euro (al netto della cassa centrale)».
Infine, se da una parte l’occupazione è in continua crescita (+1,2%), così come la produttività (+4,8%, contro il 2,3% del Trentino e l’1,3% del resto d’Italia), si nota un saldo migratorio di laureati negativo (e cioè ne arrivano meno di quanti se ne vanno). «E questo sia per un aumento di salari non proporzionale a quello del costo della vita – precisa Accetturo – sia perché il premio salariale è minore che nel resto del Paese».