Bagnai: «Perché aggiustare una cosa se non è rotta?» Castiello: incostituzionale
BOLZANO Il dibattito sulla riforma del credito coop ieri pomeriggio è approdato all’Università di Bolzano. Tra i relatori il professor Alberto Bagnai, senatore della Lega e primo firmatario al Senato della moratoria di 18 mesi alla riforma sulle Bcc: «La moratoria sulla riforma delle Bcc è la mossa giusta da fare. Anche alla luce delle recenti affermazioni del direttore generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi sulla necessità di interrogarsi se i costi di questa riforma rischino o meno di superare i benefici. Quindi dopo il “fate presto” di montiana memoria, la posizione di Banca d’Italia adesso sembra un po’ più ponderata. C’è bisogno di riflettere e passare dalla filosofia del “fate presto”, che ha portato a 13 trimestri di recessione in Italia, alla filosofia del “state calmi” a favore dell’interesse nazionale».
Parole, quelle di Bagnai, che in una sala piena di rappresentanti di Bcc di tutta Italia hanno raccolto applausi. Sembra proprio che per tutti la preservazione della biodiversità bancaria sia un imperativo. «Quando si dice un “no” succedono tante cose — ha proseguito Bagnai —. È bastato un “no” a una nave e vedete che in Germania gli equilibri politici stanno cambiando. Si aprono degli spazi di negoziazione, se mostriamo fermezza. È il contrario di quanto fatto dai governi precedenti. Prodi prima è entrato nell’Unione monetaria e poi ha voluto negoziare. Ma non si fa così. Perciò ne vogliamo parlare prima di entrare nelle regole della sorveglianza unica, che a nostro avviso non tutelano abbastanza le specificità delle banche territoriali».
La posizione di Bagnai viene sottoscritta dalle parole del neosenatore del M5s Francesco Castiello, già primo avvocato della Banca d’Italia e giudice amministrativo: «Ci sono forti dubbi di costituzionalità. La riforma mal si concilia con l’articolo 45 della Costituzione. La cooperazione poggia BOLZANO In occasione del bicentenario di Friedrich Wilhelm Raiffeisen, la Federazione altoatesina chiude un anno di «riposizionamento». E intanto incassa il via libera da parte di Legacoopbund e di Confcooperative Alto Adige per dar vita, entro l’anno corrente all’Alleanza per la cooperazione Alto Adige, sul modello di quanto accade a livello nazionale con l’Aci.
«Aspiriamo a un posizionamento della Federazione che tenga conto del suo orientamento al mercato e ai servizi», ha commentato il presidente Von Leon. «Vogliamo essere al fianco dei nostri soci sulla mutualità e l’assenza di finalità speculative. È una riforma snaturante. I redattori della riforma hanno prestato poca attenzione al dettato costituzionale».
A sentire le affermazioni dei due senatori, sembra emergere una piena sintonia tra i due partiti di governo in tema di riforma delle Bcc. «Proprio il credito cooperativo del Trentino Alto Adige dovrebbe essere preoccupato di essere sottoposto a meccanismi di sorveglianza che sono tarati su un altro tipo di banca. È essenziale che si chieda all’Europa di non trattare tutti gli istituti nello stesso modo. Perché aggiustare una cosa, se non è rotta, come il sistema Bcc pre-riforma?», si interroga Bagnai.
Affermazioni che in parte sono state condivise anche dal presidente di Confcooperative Maurizio Gardini: «Ho ascoltato inesattezze in alcune relazioni. Ma ho apprezzato la disponibilità di Bagnai ad aprire un tavolo al quale siamo pronti a sederci».
Più critico invece il presi- dente di Federcasse Augusto dell’Erba: «Non prendo posizione, ma prendo atto che la maggioranza chiede un momento di riflessione. Questa riforma è figlia di un certo atteggiamento, poi non si sono verificati i disastri che si pensava si sarebbero verificati. Le Bcc hanno utilizzato i propri crediti per le loro crisi, ma hanno partecipato con oltre 400 milioni di euro alle crisi delle altre banche che sono andate in resolution».