Ancelotti show «Volevo l’Italia, Napoli il massimo»
Il tecnico elogia la squadra: tecnicamente mi soddisfa E su Ronaldo: tra i migliori al mondo, Juve fortissima
TRENTO Prime parole ufficiale da tesserato del Napoli per Carlo Ancelotti. Il mister dei partenopei, chiamato a sostituire Maurizio Sarri ormai a un passo dal Chelsea è intervenuto ieri mattina al teatro di Dimaro per confrontarsi con la stampa. Puntuale alle 12.30 Ancelotti, con alla sua destra il presidente degli azzurri Aurelio De Laurentis, ha cominciato a rispondere alle numerose domande piovutegli addosso.
Perché la scelta del Napoli
«La società ha creduto nelle mie capacità, poi ha inciso anche la voglia di tornare in Italia. Tecnicamente trovo una squadra che mi soddisfa per quello che ho visto in questi anni. Ha mostrato una filosofia di gioco interessante, vicina alle mie idee, si tratta di una sfida per me e l’obiettivo è sempre quello, rendere competitiva la squadra in tutte le competizioni più a lungo possibile. Se saremo ancora dentro le tre competizioni (campionato, Champions League e Coppa Italia) a marzo -aprile allora vorrebbe dire che avremo svolto un buon lavoro».
Il recente arrivo di Ronaldo alla Juve
«Beh, è un giocatore tra i migliori al mondo. Certamente il calcio italiano trae grande vantaggio e casualmente arrivo nell’anno in cui torna anche Ronaldo ma trae vantaggio la Juve ma anche gli altri perché sarà una motivazione in più confrontarsi con loro (Ancelotti ha allenato Ronaldo per due stagioni al Real Madrid)».
Hamsik e Martens
«Mertens (ancora in Russia con la sua nazionale sconfitta l’altro ieri in semifinale dalla Francia) non credo possa fare l’ala, ma ha qualità per giocare anche tra le linee senza problemi. Hamsik lo metteremo nella posizione di Jorginho (il centrocampista seguirà Sarri al Chelsea), per me lo può fare perfettamente perché ha qualità straordinarie ed esperienza. Avrà un dispendio d’energie minore e questo può dargli dei vantaggi. È un ruolo che può fare».
La sfida scudetto con la Juventus
«La Juve non è il potere, ma una squadra forte, sarà un avversario fortissimo, difficilissimo, ma non c’è solo la Juve, non dimenticherei ad esempio l’Inter. Nelle ultime stagioni il calcio italiano ha mostrato molta incertezza e tutto si è deciso solamente alla fine, noi dobbiamo fare la nostra strada, non c’è solo la Juve. Deve portarci lì il più a lungo possibile, non siamo qui per pettinare le bambole, siamo qui per vincere, si parte per vincere, a nessuno piace arrivare secondi, poi la stagione dirà cosa abbiamo meritato».
Il lavoro del suo predecessore
«Avere già una fisionomia di gioco è indubbiamente un vantaggio, lo stile mi è piaciuto molto, non sono qui per cancellare ciò che è stato fatto che è stato importante per i giocatori. Stile e filosofia resteranno gli stessi, poi ho le mie idee ma non stravolgerò nulla».
Telefonate per convincere qualche top player?
«La stampa parla di top player ma è importante mantenere la squadra così com’è e l’ho chiesto subito al presidente perché ci sono valori importanti. I top player sono i giocatori per noi più bravi, non certamente quelli che guadagnano di più. Su una rosa già ben costruita abbiamo pensato di inserire giovani bravi, poi ho guardato molto le nuove leve e insieme alla società pensiamo di aver trovato i profili giusti per migliorare la rosa, ma non è semplice migliorarla. Con l’entusiasmo di questi giovani possiamo essere competitivi». Nel pomeriggio il terzo allenamento sul Campo di Carciato, con spalti gremiti di tifosi napoletani provenienti da mezza Europa. Sabato l’amichevole con il Gozzano.