Sgravi fiscali e asili nido Investiti 484 milioni Trasporti potenziati
Arrivano 484 milioni di euro per le famiglie e le imprese. Il finanziamento lo ha deliberato il Consiglio provinciale, nella notte fra giovedì e venerdì, approvando in via definitiva l’assestamento del Bilancio 2017 e il Documento di economia e finanza provinciale. Sono previste varie agevolazioni per le aziende e raddoppio delle detrazioni Icef per le famiglie.
TRENTO «Siamo qui di fronte al Palazzo della Regione per contestare l’ennesimo suicidio di un disegno di legge popolare di soli sette articoli, rianimato a più riprese in questi sei anni di confronti e gruppi di lavoro e ogni volta stroncato a un passo dal suo ingresso in aula». Commenta così Daniela Filbier, presidente di Più democrazia in Trentino, la decisione presa giovedì dalla conferenza dei capigruppo del consiglio provinciale di non convocare la seduta del 27 agosto per l’approvazione del disegno di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione e i referendum.
Il testo era stato presentato nel 2012 con 4.000 firme a sostegno e conteneva cinquanta articoli; dopo una fase di stallo nel 2014 e successivi emendamenti gli articoli si sono ridotti a sette, chiedendo in particolare l’abbassamento della soglia del quorum dei votanti dall’attuale 50 al 20%. Una proposta che non è piaciuta per nulla a molti membri della prima commissione, in particolare Marino Simoni (Progetto Trentino) e Alessandro Savoi (Lega), che ha preannunciato ostruzionismo serrato.
Un ostruzionismo forse nemmeno necessario visto che al momento il disegno di legge non dovrebbe mai vedere la luce in consiglio per questa legislatura, giunta alle battute finali. Alex Marini, primo firmatario del disegno di legge, riepiloga l’intero percorso dell’iniziativa, dal 2012 a oggi, ponendo l’accento in particolare sul parere favorevole della Commissione di Venezia, composta da giuristi di prestigio internazionale. «Eravamo arrivati a un compromesso ragionevole: al posto dell’abrogazione del quorum il suo abbassamento al 20%, posto che il 50% è impossibile da raggiungere, comportando a ogni referendum solo un dispendio di denaro — dichiara Marini —; questo annullamento della seduta è l’ennesimo schiaffo in faccia alle iniziative popolari, che arrivano in aula per essere bocciate o non ci arrivano proprio, e mostra il deficit negativo dei consiglieri nel ridurre la distanza tra i cittadini e le istituzioni».
Stefano Longano, relatore del disegno di legge, rimarca il fatto che tre giorni fa nella vicina Bolzano si sia varata un’intera legge sulla democrazia diretta: «Forse c’è un motivo se in Alto Adige l’economia cresce di più: si vive meglio dove i diritti di partecipazione democratica sono più favoriti». Sia Longano che Filbier non fanno valutazioni di carattere ideologico: «Non è una questione di casacche ma di volontà politica; e comunque in sei anni le porte in faccia le abbiamo prese da una giunta di centrosinistra. In ogni caso l’approvazione del nostro disegno di legge poteva essere la vittoria di tutto il consiglio, ora invece sarà il segno della sua sconfitta, del suo analfabetismo democratico e comunicativo» afferma Filbier, che conclude: «Andate in aula, discutete e votate, assumetevi le vostre responsabilità».
Filbier
«Nessuno nella riunione dei capigruppo ha ritenuto importante riportare in aula il disegno di legge per la discussione finale»