Giovanazzi non si ricandida: «Contesto sfavorevole»
«Correre ora, in questa situazione, sarebbe come decidere di intraprendere un sentiero nella nebbia sapendo che lungo il tragitto vi sono almeno dieci burroni». In queste settimane di affannose trattative, il nome di Nerio Giovanazzi, vicepresidente del Consiglio provinciale ancora per poco, sembra sparito dai radar. Lontano da tavoli e partite a briscola il fondatore di Amministrare il Trentino ne approfitta per scrutare la situazione da osservatore esterno.
Giovanazzi, ha intenzione di ricandidarsi alle prossime provinciali?
«Assolutamente no, questo è l’unico punto fermo. Valuterò come dare un mano e a chi, ma senza scendere in campo».
A cosa è dovuta questa scelta?
«Ho settant’anni, venticinque dei quali trascorsi in consiglio. Si dice sempre che va lasciato spazio ai giovani, e per conto mio vedo un ciclo ormai esauritosi. È una decisione che per tanti aspetti mi rincresce, ma d’altro canto sarei in imbarazzo a ripresentarmi in un panorama politico del genere».
Cosa intende?
«La politica ha perso credibilità, e temo che ci vorrà tempo per rinsaldare il rapporto di fiducia con i cittadini. Viviamo una fase in cui intere fasce di popolazione, spesso con in sé tante fragilità, vengono in qualche modo cooptate dai social network. Uno scenario molto triste, nel quale sarebbe difficile continuare a fare politica nel modo in cui la intendo io».
Diciamo anche che il centrodestra, che è l’area a lei più affine, è piuttosto frazionata. Si aspettava un epilogo del genere?
«Francamente no. Pensavo che avrebbero sfruttato l’onda lunga delle elezioni di marzo e che alla fine si sarebbero tutti posizionati su un nome. Così rischiano di fare un enorme favore al centrosinistra. Noto con dispiacere che stanno prevalendo sentimenti che non giovano».