«LA SOLITA ITALIA DEI SALOTTI»
Centile direttore, ho letto il commento di Paola Giacomoni...
Gentile direttore, ho letto con interesse il commento richiamato ieri in prima pagina e firmato Paola Giacomoni: tra un insulto e l’altro al sottoscritto — addirittura per l’abbigliamento e la pettinatura — avverte che l’Italia «laica e progressista tornerà a farsi sentire». Rassicuro la signora: quel tipo di Italia, quello dei salotti e del disprezzo per chi non è di sinistra, ha ancora la schiacciante maggioranza nelle tv, nei giornali e nei quartieri glamour (quelli dove gli unici immigrati sono in genere collaboratori domestici, autisti o chef: fanno la felicità dei radical chic). Mi permetto soltanto, gentile direttore, un suggerimento: la prossima volta sarebbe opportuno specificare che l’autrice di un commento così duro nei miei confronti, richiamato in prima pagina sotto forma di commento e non come semplice lettera, è solo omonima della professoressa universitaria Paola Giacomoni, notoriamente schierata con il centrosinistra (e che ha sostenuto la candidatura di Paolo Ghezzi). Credo sia
necessario, per chiarezza e per evitare che il Suo giornale venga giudicato fazioso. Soprattutto in vista del voto amministrativo, voto che finalmente strapperà il Trentino al Pd. Perché è un caso di omonimia, vero?
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Gentile ministro, la ringrazio per il Suo intervento in replica al commento della professoressa Paola Giacomoni. Intervento chiaro e ironico. Come sa essere Lei. E quindi, chiarezza per chiarezza. Vengo subito al punto, di Paola Giacomoni ce n’è ovviamente una. Con il suo pensiero, i suoi toni e la sua visione delle cose. E scrive su questo giornale come scrivono altri commentatori non certo teneri, per converso, con l’«armata brancaleone» del centrosinistra. Del quale alcuni rappresentanti, puntualmente, si sono fatti vivi in questi giorni per lamentare un nostro supposto sbilanciamento verso le istanze rappresentate dal Suo partito. In realtà, una cronaca puntuale della forte «contendibilità» politica di questa terra. Lungi dal doverla «giustificare», la professoressa Giacomoni ha aderito all’appello per Paolo Ghezzi presidente come semplice cittadina rispondendo a una email; non ha ruoli di politica attiva né nel comitato di Ghezzi né in altri comitati o partiti. Non ha mai avuto tessere, nemmeno quando, oltre vent’anni fa, ha rivestito la carica di assessore comunale ai tempi della città nella giunta cittadina guidata dall’allora sindaco Lorenzo Dellai (era stata eletta come indipendente nella lista del partito che sarebbe poi diventato il Pd odierno). Insomma, il suo unico «ruolo» è quello di professoressa universitaria e non riteniamo che si possa definire una «colpa» avere un’idea di Trentino diversa da quella della Lega. Alessandro Russello