Il manager Marangoni sarà «territoriale» Chiarimenti rinviati
I sindacati: «La risposta è inaccettabile». Domattina picchetto dei dipendenti
TRENTO Il prossimo amministratore delegato di Marangoni sarà «territoriale». Una volta che verrà scelto, allora la proprietà, vale a dire principalmente il presidente Vittorio Marangoni, incontrerà i sindacati per esplicitare le intenzioni sul sito di Rovereto. Un allungamento dei tempi che però ai lavoratori non va bene, per cui domani mattina, in occasione dell’assemblea, ci sarà un picchetto ai cancelli della fabbrica.
I due anni di Dino Maggioni, l’ormai ex amministratore delegato della multinazionale, erano stati caratterizzati da un rasserenamento sul fronte occupazionale. Nel 2016, dopo lunghe trattative, dallo stabilimento di Rovereto sono fuoriuscite 46 persone (su un totale di circa 300). A cavallo del 2017 sono state gestite altre 11 dimissioni, per un livello totale di 57. A quel punto Maggioni però aveva detto, in merito ad altre possibili 30 fuoriuscite, che l’emorragia occupazionale si fermava.
Nei giorni scorsi il laconico annuncio dell’azienda: «Il consiglio di amministrazione di Marangoni spa ha rivisto gli indirizzi strategici che erano stati affidati all’ingegner Dino Maggioni nell’autunno del 2016. Maggioni ha scelto conseguentemente di lasciare la sua carica di amministratore delegato di Marangoni spa, nonché tutti gli altri incarichi all’interno del gruppo».
In seguito, nell’incontro di giovedì, la società si è limitata a prevedere nuove partnership per il futuro, rinfocolando la tensione crescente con i rappresentanti dei lavoratori. I quali hanno chiesto di incontrare urgentemente faccia a faccia il presidente Vittorio (figlio del fondatore Mario) e il vice Giuseppe. Ma la risposta è stata negativa: piena volontà di aggiornare i sindacati sui nuovi indirizzi relativi al sito di Rovereto, ma bisognerà aspettare finché non sarà conclusa questa fase di riorganizzazione. Vale a dire finché non si sarà insediato il nuovo ad, che in questa fase sta per essere selezionato «all’interno di una rosa di candidature altamente qualificate del territorio».
Visto il tenore della risposta, domani mattina dalle 9.30 alle 11 circa si svolgerà un presidio di lavoratori. «La risposta della società non è accettabile — scandisce Ivana dal Forno, segretario della Femca Cisl —. La proprietà deve metterci la faccia. Il sit-in sarà un segnale di non condivisione. Inoltre non sappiamo cosa significhi il riferimento alla figura territoriale».