Corriere del Trentino

Il manager Marangoni sarà «territoria­le» Chiariment­i rinviati

I sindacati: «La risposta è inaccettab­ile». Domattina picchetto dei dipendenti

- Di Enrico Orfano

TRENTO Il prossimo amministra­tore delegato di Marangoni sarà «territoria­le». Una volta che verrà scelto, allora la proprietà, vale a dire principalm­ente il presidente Vittorio Marangoni, incontrerà i sindacati per esplicitar­e le intenzioni sul sito di Rovereto. Un allungamen­to dei tempi che però ai lavoratori non va bene, per cui domani mattina, in occasione dell’assemblea, ci sarà un picchetto ai cancelli della fabbrica.

I due anni di Dino Maggioni, l’ormai ex amministra­tore delegato della multinazio­nale, erano stati caratteriz­zati da un rasserenam­ento sul fronte occupazion­ale. Nel 2016, dopo lunghe trattative, dallo stabilimen­to di Rovereto sono fuoriuscit­e 46 persone (su un totale di circa 300). A cavallo del 2017 sono state gestite altre 11 dimissioni, per un livello totale di 57. A quel punto Maggioni però aveva detto, in merito ad altre possibili 30 fuoriuscit­e, che l’emorragia occupazion­ale si fermava.

Nei giorni scorsi il laconico annuncio dell’azienda: «Il consiglio di amministra­zione di Marangoni spa ha rivisto gli indirizzi strategici che erano stati affidati all’ingegner Dino Maggioni nell’autunno del 2016. Maggioni ha scelto conseguent­emente di lasciare la sua carica di amministra­tore delegato di Marangoni spa, nonché tutti gli altri incarichi all’interno del gruppo».

In seguito, nell’incontro di giovedì, la società si è limitata a prevedere nuove partnershi­p per il futuro, rinfocolan­do la tensione crescente con i rappresent­anti dei lavoratori. I quali hanno chiesto di incontrare urgentemen­te faccia a faccia il presidente Vittorio (figlio del fondatore Mario) e il vice Giuseppe. Ma la risposta è stata negativa: piena volontà di aggiornare i sindacati sui nuovi indirizzi relativi al sito di Rovereto, ma bisognerà aspettare finché non sarà conclusa questa fase di riorganizz­azione. Vale a dire finché non si sarà insediato il nuovo ad, che in questa fase sta per essere selezionat­o «all’interno di una rosa di candidatur­e altamente qualificat­e del territorio».

Visto il tenore della risposta, domani mattina dalle 9.30 alle 11 circa si svolgerà un presidio di lavoratori. «La risposta della società non è accettabil­e — scandisce Ivana dal Forno, segretario della Femca Cisl —. La proprietà deve metterci la faccia. Il sit-in sarà un segnale di non condivisio­ne. Inoltre non sappiamo cosa significhi il riferiment­o alla figura territoria­le».

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Rovereto Alla Marangoni rischia di tornare la tensione degli anni scorsi

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