Testare le tecniche spaziali in un sottomarino
Gli «Space Lions», dopo il premio della Nasa, ospiti di Manifattura e WitLab
TRENTO Si chiamano Space Lions. Sono la «meglio gioventù» della robotica mondiale e per due settimane si alleneranno a Rovereto. I cinque studenti del Liceo Da Vinci di Treviso — che nel gennaio scorso si sono aggiudicati la prestigiosa Nasa Challenge — sono stati infatti selezionati per partecipare alla WitLab Summer Academy, organizzata dall’omonima startup insediata in Progetto Manifattura e specializzata nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della progettazione di droni amici dell’ambiente. In sostanza i cinque trevigiani applicheranno al «drone sottomarino» di Witlab un sistema in grado di inviare informazioni e istantanee dallo spazio.
Già vincitori di riconoscimenti internazionali quali il Microsoft Design Innovator of the Year e i Windows Developer Awards, i ricercatori di WitLab metteranno il proprio expertise a disposizione dei giovani «leoni dello spazio» al fine di aiutarli a «passare dalla teoria alla pratica», ovvero ad installare su hardware il software da loro progettato durante la Nasa Challenge. In occasione della competizione promossa dall’Agenzia spaziale americana e dal Mit di Boston per incentivare gli studenti ad essere parte attiva dell’innovazione robotica nel mondo, la squadra trevigiana aveva conquistato il plauso degli astronauti della stazione orbitale internazionale con lo sviluppo di un software per il monitoraggio dell’ambiente spaziale, capace di eseguire dei carotaggi su un asteroide — nello specifico sulla luna ghiacciata di Saturno Encelado — prelevare dei campioni geologici e tornare alla base senza incidenti.
Dopo aver testato il programma di calcolo sui satelliti Sphere della stazione orbitale stessa, sbaragliando la concorrenza di 400 coetanei provenienti dai 5 continenti, per gli Space Lions si è aperta però una nuova sfida: sviluppare in autonomia un prototipo hardware capace di supportare il codice informatico da loro progettato. Un obiettivo non privo di difficoltà, a causa delle notevoli differenze gravitazionali che ci sono tra il pianeta terra e lo spazio. Di qui la ricerca di un mezzo alternativo al drone aereo, l’incontro con WitLab e l’ipotesi di installare il software su un sottomarino. A tal fine, WitLab ha messo a disposizione degli studenti trevigiani — che sono arrivati a Rovereto domenica 26 agosto e resteranno fino a sabato 8 settembre — il proprio sottomarino per il monitoraggio della fauna e della flora acquatica e il know-how per convertirlo in una piccola navicella capace di inviare istantanee e informazioni dallo spazio.
Il team Cinque liceali di Treviso campioni a livello mondiale