Corriere del Trentino

Torna Settembre, tempo di migrare

- di Brunamaria Dal Lago Veneri

«Settembre, andiamo è tempo di migrare...»

Si migra, nel più felice dei casi, dalla montagna, dal mare, dalla vacanza, verso il luogo dove svolgiamo le normali attività, dove abitiamo. Il mondo è fatto di luoghi. Il racconto passa, si modifica, cambia, mentre i luoghi sono sempre lì a testimonia­re una sensazione che c’è stata, un brivido che ci è passato nelle ossa, una visione di luce, una memoria di ombra.

Dove e non quando pare si situi il nostro essere e il nostro divenire.

Quali luoghi formano le mappe del nostro esistere?

Il mistero del proprio io. Dunque il nostro cammino, il nostro migrare, è segnato da luoghi magici dove leggere la nostra storia, ma anche quella di una terra, dei suoi eventi, delle religioni che l’hanno pregnata, della gente che ci è vissuta e che ci vive.

Tornare è sempre un momento di sgomento, alle volte così grave che sorge la voglia di fuggire. Ci si può chiedere: migrare ma per dove, verso quale forma, perché non migrare verso il nuovo invece che tornare? Un pensiero mi porta lontano. Oggi migrare non ti da più il senso del ritorno, troppi sono i migranti che cercano altrove lo spazio, il luogo dove dirigere il loro futuro. Siamo, in fondo, tutti, migranti o forse solo viandanti. Il rapporto di un viandantev­iaggiatore-migrante con lo spazio dipende dal rapporto con il luogo da dove il viandante-migrante ha cominciato il suo viaggio. Quello è il luogo al quale appartenia­mo, un posto unico con il quale ci confrontia­mo, abbiamo le nostre radici, dove ci sentiamo a casa.

E se migrare fosse altro? Se fosse arrivare in un luogo dove cercare di ricostruir­e le proprie radici, riallaccia­re un filo ombelicale, trovare quelle coordinate che ci aiutano a vivere, la ricerca di un approccio ad un luogo diverso al paese di partenza, visto da lontano, pieno di ricordi?

Basta elucubrazi­oni, dettate certo da chi emigra non verso casa, ma a cercare casa. Ma nel segno del tornare ci sostiene anche la mitologia:

Settembre si dispiega sotto il segno della Vergine.

«Iam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna..(ora anche la Vergine ritorna/tornano i regni di Saturno/ora dall’alto del cielo si fa scendere nuova progenie./Tu dunque proteggi, casta Licinia,/il fanciullo nascente grazie al quale/ per la prima volta finirà la generazion­e del ferro/e sorgerà in tutto il mondo quella dell’oro; /ora governa il tuo Apollo.) scrive Virgilio nella IV egloga.

Ma che significa il ritorno della Vergine, i regni di Saturno?

Termini oscuri, almeno per me. Io so che dall’altra parte del Mediterran­eo, in Egitto, si venerava una dea che teneva in braccio un fanciullo: era Iside, la sorella-moglie di Osiride che, dopo aver ricomposto il corpo del dio straziato da Seth, gli aveva generato Horo. Iside alata e velata, nella mano destra il sistro, a significar­e il suono, la parola, e nella sinistra un acquamanil­e, per alludere alla sua funzione di dispensatr­ice di acqua, cioè di vita.

Ornata di spighe di grano, il ciclo perenne di vita-mortevita, ai suoi piedi i serpenti anch’essi collegati al ciclo di vita-morte-resurrezio­ne, infine lo scrigno mistico dell’iniziazion­e.

Mater Magna dei Greci e dei Romani. Madre Natura che andò sempre più assumendo i tratti della Vergine che divenne la Regina dei Cieli con un manto azzurro spesso decorato da stelle, mentre i suoi piedi poggiavano sul serpente o sulla Luna crescente.

Ereditò anche molti simboli precristia­ni, come la spiga di Demetra, il melograno di Persefone ed Hera, l’olivo di Atena, la stella di Isthar, il sistro, la parola di Iside.

Il sistro, il suono, la parola. Seguendo la strada delle trasformaz­ioni e perdendomi nella migrazione delle tradizioni mi ritrovo con un culto locale, anche se forse non più tanto conosciuto e praticato.

Accanto alla Porta dei Leoni, nel Duomo di Bolzano, si trova un’immagine della Madonna, carezzata e scolorita da mani oranti di madri che per i loro figli invocavano il dono della parola spedita, non impedita. Si tratta della «Plappermut­ter». Un omaggio alla Grande Madre.

Arrivare Siamo tutti un po’ viandanti

Oggi in molti cercano il luogo del futuro

 Tornare è sempre un momento di sgomento

 ??  ?? Tutti in fila per vedere i musei aperti. L’iniziativa parte dal Mibac ma poi nel tempo hanno aderito anche musei che non sono a gestione statale
Tutti in fila per vedere i musei aperti. L’iniziativa parte dal Mibac ma poi nel tempo hanno aderito anche musei che non sono a gestione statale

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