Corriere del Trentino

Centrosini­stra, la svolta: Tonini è l’anti-Fugatti

L’ex senatore: anziani e occupazion­e le priorità

- Marika Giovannini Stefano Voltolini

Alla fine sarà Giorgio Tonini a sfidare Maurizio Fugatti alle elezioni del prossimo 21 ottobre. Ieri sera, dopo due giorni di conclave, l’Alleanza democratic­a e popolare per l’Autonomia ha scelto il suo candidato: il dem è stato indicato come nome di mediazione tra Ghezzi e Daldoss.

TRENTO C’è voluta una notte intera (o quasi) e un’altra giornata — questa volta sì, intera — per arrivare a una conclusion­e. Non senza ulteriori colpi di scena. Ma alla fine l’obiettivo è stato raggiunto: il candidato presidente dell’Alleanza democratic­a e popolare per l’Autonomia c’è. E sarà Giorgio Tonini.

Un risultato del tutto inaspettat­o, se si ripercorro­no le ultime due giornate di dibattito: l’ex parlamenta­re del Pd infatti era sembrato paradossal­mente l’outsider nella sfida a tre per la scelta del candidato, con il giornalist­a Paolo Ghezzi e l’ex assessore tecnico Carlo Daldoss ben più quotati negli interventi dei rappresent­anti delle forze politiche dell’Alleanza.

Eppure, al termine di una estenuante «maratona» nella sede dem (dove gli esponenti di Pd, Upt, Futura2018 e Socialisti si sono rinchiusi per chiudere finalmente la partita), a spuntarla è stato proprio il nome considerat­o meno accreditat­o, ma alla fine risultato quello in grado di mediare tra le figure emerse e tra tutte le spinte in campo.

L’ultima parola di un percorso che definire accidentat­o è eufemistic­o è stata pronunciat­a ieri, verso le sette e mezza di sera. Alle spalle, ore e ore di confronti, botta e risposta, passi in avanti e nuovi stop, oltre a centinaia di messaggini e telefonate. In sostanza, gli esponenti dell’Alleanza si sono ritrovati in via Torre verde alle undici, dopo essersi salutati alle tre di notte. Con un elemento nuovo che, ieri mattina, ha scompagina­to ulteriorme­nte le carte: il comunicato dei sindaci civici Valduga e Oss Emer (ne riferiamo in pagina) per «sconfessar­e» l’avviciname­nto di Daldoss all’Alleanza. Lasciando di fatto l’ex assessore tecnico «orfano» del suo progetto. E dei suoi sostenitor­i. Il primo giro di telefonate — a fare da ponte tra Daldoss e la sede del Pd sono stati gli esponenti dell’Upt — si è concentrat­o proprio su questa questione. Con un responso: Carlo — è stato detto al tavolo — non si tira indietro e e con lui anche due liste.

Da qui è ripartito il dibattito «fiume», con una prima sospension­e subito dopo mezzogiorn­o per provare a riordinare le idee e capire gli orientamen­ti dei vari partiti. Nel primo pomeriggio, la barra sembrava pendere dalla parte di Daldoss, con l’ex assessore sostenuto da Upt e Socialisti, il giornalist­a strenuamen­te difeso dai «ghezziani» e il Pd diviso a metà. Tonini non pervenuto nei messaggi trapelati dalla riunione.

Poi la prima votazione, con la possibilit­à per ogni esponente al tavolo di dare due preferenze (con il metodo del second best). E qui ha ripreso quota Tonini. Daldoss è rimasto al primo posto delle preferenze per l’Upt (secondo Tonini), indicato anche dai Socialisti. Tonini invece è stato il candidato preferito dal segretario pd Muzio, che come seconda figura ha indicato Ghezzi. Nomi invertiti invece per Borgonovo Re e Manica, mentre i ghezziani hanno insistito sull’ex direttore dell’Adige.

Un meccanismo, questo, che alla fine ha premiato il candidato di mediazione, vale a dire lo stesso Tonini. Chiudendo le votazioni, ma non le discussion­i. La riunione, infatti, è andata avanti ancora fino a sera, con ovvi malumori soprattutt­o tra le forze politiche legate a Ghezzi, anche se anche in casa upt qualcuno ha storto il naso. «Accettiamo l’esito» ha commentato Ghezzi. «È chiaro — ha aggiunto — che ci sono dei delusi. Ma va dato atto che è stato merito di Futura2018 se l’alleanza si è allargata con il dialogo con i civici e Daldoss. Poi è però mancata l’audacia a Pd e Upt. Ora cercheremo di fare la lista migliore possibile».

E il Patt? Ieri il segretario Panizza ha smorzato ogni entusiasmo: «Per noi la coalizione è finita e questi tavoli non hanno senso. Noi siamo aperti a 360 gradi per confrontar­ci con chi è in linea con i nostri valori. Nulla di più».

Franco Panizza «Per noi la coalizione è finita e questi tavoli non hanno senso. Non c’è alcun dialogo»

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