Daldoss si sfila: non mi candido
Ennesimo dietrofront dell’ex assessore. «Ho fallito. Il fronte civico? Mera testimonianza»
Dopo essere stato candidato presidente per due volte, prima dell’area civica e poi con Tonini e Ghezzi del centrosinistra, Daldoss si ritira dalla partita lanciando strali contro il Pd e i suoi ex alleati Oss Emer e Valduga.. Intanto nel centrosinistra acque agitate dopo l’ufficializzazione della candidatura di Tonini. I «ghezziani» parlano di scelta contro il cambiamento, mentre l’Upt si spacca. Nel Pd intanto si discute delle liste.
TRENTO Dopo essere stato candidato presidente per quasi due volte, prima — ufficialmente — del polo civico territoriale e poi in potenza nella corsa a tre con Giorgio Tonini e Paolo Ghezzi per la guida dell’Alleanza democratica e popolare per l’Autonomia, Carlo Daldoss si ritira dalla partita. «Per questa competizione elettorale ritengo esaurite la mia presenza e la mia capacità di portare un contributo» ha annunciato ieri chiamando a raccolta la stampa in quella che era la sede del suo comitato elettorale di cui, a questo punto, non avrà più bisogno. E prima di tornare a vita privata, l’ex assessore tecnico non rinuncia a sparare a zero sia sul centrosinistra (e in particolare sul Pd) sia sui suoi ex alleati Roberto Oss Emer e Francesco Valduga.
Racconta la sua verità, dunque, Daldoss. E di quei «dieci minuti al tavolo della coalizione» che secondo qualcuno «avrebbero rovinato la sua carriera politica», dà un’interpretazione «generosa», «audace», dettata dal «senso di responsabilità»: «Ho ritenuto che solo una coalizione larga potesse essere competitiva con quella del centrodestra, i civici territoriali da soli sarebbero stati mera testimonianza — sostiene — se avessi guardato al mio interesse personale sarei rimasto a fare il candidato presidente sostenuto probabilmente da due liste e sarei stato eletto in consiglio provinciale. Ma quello non era il mio scopo». Un’idea rappresentata a Valduga nel corso di una telefonata, poi la decisione di «fare il leader»: «Continuare in un contesto di testimonianza non avrebbe avuto senso — sottolinea Daldoss — la responsabilità di aver contribuito a dividere quelle forze che unite si sarebbero potute presentare come alternative al centrodestra non mi sono sentito di prenderla». La conclusione è nota: «Ho fallito — ammette — ma ho voluto rischiare per riuscire a dare vita a un progetto politico serio per il bene del Trentino, alternativo al centrodestra».
Questo risponde oggi Daldoss a chi lo accusa di tradimento. Una «reazione spropositata» quella di Valduga e Oss Emer, «che alle vecchie ideologie ormai tramontate hanno sostituito l’ideologia dell’essere civici». Il loro ex leader li ringrazia per i venti giorni di lavoro assieme, ma «il progetto del polo civico territoriale è partito in modo non sufficientemente organizzato e con tempi molto stretti». «Ed è rimasto in stallo negli ultimi due mesi a causa della possibile candidatura di Valduga — aggiunge — la sua scelta è stata tardiva e ha più il sapore della rinuncia che della capacità di rischiare. Un movimento che basi le sue prerogative solo sui sindaci è debole, preda delle troppe contraddizioni interne che vi si scatenano».
Gli ultimi strali sono per i partecipanti al tavolo della coalizione, al quale nel giorno della scelta del candidato non si è presentato perché «avevo chiarito la mia posizione a Giuliano Muzio in una telefonata»: «Il mio sforzo di generosità non è stato capito, è prevalso un ragionamento politico di rinuncia e mera matematica — rincara Daldoss — in un contesto in cui la sinistra era rappresentata da Ghezzi e un’altra parte dal Pd, l’area centrale moderata popolare era sguarnita e in un sistema maggioritario come quello delle nostre elezioni la candidatura a presidente doveva spettare a quell’area, anche se non necessariamente al sottoscritto. Invece si è pensato a un esponente in grado solo di convogliare il consenso per un maggior numero di consiglieri tra i banchi dell’opposizione. Perché quella coalizione ha pochissime probabilità di vincere». E il polo civico territoriale? «Spero che qualcuno riesca comunque a scendere in campo».