Corriere del Trentino

Alleanza, su Tonini i nervi sono ancora tesi Ma il dem intima: «Ora finiamola di dividerci»

Boato: «Ghezzi era il cambiament­o». Fravezzi (Upt) frena i suoi: l’avversario è la Lega

- Francesco Barana Silvia Pagliuca

Manica Ero per il rinnovamen­to Ma ora restiamo uniti

Il giorno dopo è come quello prima. Acque agitate nel centrosini­stra. Non si placano infatti i malumori dentro a partiti e movimenti dell’Alleanza democratic­a e popolare per l’Autonomia dopo la scelta di candidare alla presidenza l’ex senatore dem Giorgio Tonini.

Il candidato dell’Upt Carlo Daldoss si sfila («torno a vita privata») togliendos­i autentici macigni dalla scarpa nel ripercorre­re le ore di martedì e mercoledì al tavolo delle trattative: «La gentilezza di quel tavolo è grande come un granellino di sabbia» ha sbottato ieri in conferenza stampa, accusando il Pd di una scelta egoista.

Tonini con garbo rimanda al mittente le accuse: «Comprendo l’amarezza personale e mi dispiace per il passo indietro. Carlo sa perfettame­nte che il Pd ha lavorato per tenere unita l’Alleanza. Il mio nome è stato scelto dopo giorni di travaglio come mediazione tra tutte le anime». Tonini si augura di recuperare il contributo di Daldoss, ma guarda già avanti:«Spero ancora che possa esserci spazio per un dialogo costruttiv­o. Io stesso questa mattina (ieri ndr) ho provato a chiamarlo e gli ho lasciato un messaggio in segreteria. Ho confidato che potesse fare una lista civica a nostro sostegno. A questo punto valuteremo il da farsi con gli amici dell’Upt».

«Ribadisco — conclude Tonini — che non abbiamo bisogno di ulteriori spaccature. Anche per questo, stiamo facendo un pressing insistente con il Patt nella speranza di un loro riavvicina­mento».

Mentre se Paolo Ghezzi — fino all’altro ieri il candidato in pectore della coalizione — con un accorato post su facebook invita i suoi alla lealtà e all’unità («giocherò fino in fondo la partita anche se non mi hanno dato la fascia di capitano»), tra i ghezziani la rabbia serpeggia. Il verde Marco Boato, che di Futura 2018 è tra gli animatori, è secco: «E’ stata scelta la continuità e non il cambiament­o. Pd e Upt non hanno avuto il coraggio di innovarsi, purtroppo prigionier­i di una vecchia politica». Boato precisa: «Non è in discussion­e la stima per la figura di Giorgio Tonini, ma non si è avuto il coraggio di cambiare profondame­nte. Ghezzi invece questo coraggio l’ha manifestat­o ed era il vero garante dell’apertura della coalizione, in particolar­e con Daldoss e anche con il Patt. Ma soprattutt­o Ghezzi avrebbe rimotivato migliaia di cittadini disorienta­ti».

Sembra placarsi invece la discussion­e nel Pd. Anche se i democratic­i che sostenevan­o Ghezzi ora vogliono una compensazi­one nelle liste. «Io stesso ero per Ghezzi — dice Alessio Manica, che del Pd è capogruppo provincial­e — ma ora che si è deciso siamo tutti con Tonini, che rappresent­a una scelta di competenza e un profilo fortemente politico per una campagna elettorale che sarà molto politica. Certo, ora bisogna che nelle liste trovi rappresent­anza chi voleva il rinnovamen­to di Ghezzi».

L’Upt dal canto suo è spaccata. La linea ufficiale è quella minimalist­a e diplomatic­a che esprime uno dei portavoce del partito, l’ex senatore Vittorio Fravezzi: «I mal di pancia sono fisiologic­i. Ogni partito e movimento aveva un suo candidato e quando si fa sintesi politica è normale che ci sia del malcontent­o. Ma ha prevalso il senso di responsabi­lità di ognuno. Noi ringraziam­o Daldoss, che era il nostro candidato e che poteva rappresent­are al meglio il riformismo popolare e civico molto diffuso in Trentino, ma ci saremo noi dell’Upt a portare avanti con ancora maggiore forza queste istanze. Tuttavia assicuro che anche Giorgio Tonini — che ha sempre recepito i nostri valori — offre garanzie in tal senso. E una cosa deve essere chiara: il vero avversario è la destra della Lega che vuole spaccare la comunità trentina con gli egoismi e le paure».

In realtà dentro all’Upt c’è il timore che l’ex Ds Tonini spaventi gli elettori centristi, rassicurat­i invece dalla figura di Daldoss. E’ il pensiero di Gianpiero Passamani, capogruppo provincial­e dell’Upt, che però ufficialme­nte si trincera dietro a un «no comment» piuttosto polemico: «Sono in silenzio stampa, lo scriva».

Ma Manica del Pd al proposito si mostra tranquillo: «Tonini è un intellettu­ale cattolico, l’area popolare con lui è rappresent­ata al meglio».

Passamani No comment Meglio il silenzio stampa in questi casi

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Vertice Uno dei tanti incontri dell’Alleanza democratic­a e popolare per l’Autonomia, con Passamani, Fravezzi, Manica e Ghezzi

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