Terragnolo, l’arte del legno
Per la comunità di Terragnolo, e non solo, il legno costituiva un’importante risorsa. Lungo la destra orografica del Leno sono individuabili i resti di alcune antiche segherie e delle loro rogge, che sfruttavano l’energia delle acque del torrente per il taglio dei tronchi. La più importante segheria «alla veneziana» (XVIII sec.), che è stata ripristinata a fini didattici e storico-culturali, si trova in frazione Sega di Zoreri; all’interno è allestito un Museo etnografico con esposti gli strumenti del boscaiolo, del carpentiere e del falegname, fotografie d’epoca e pannelli esplicativi culturale (chiusa in inverno; attività a cura della Fondazione Museo Civico di Rovereto: tel. 0464 452888). Questo percorso parte proprio da qui (parcheggio, area pic nic), si oltrepassa il ponte sul Torrente Leno (piccola centrale idroelettrica che alimenta quella di San Colombano) e si piega a sinistra risalendolo su comoda strada bianca: è il Sentiero Fontana Vecia. Lo si segue fino alla Pontera dei Salgheri dove lo si abbandona (il sentiero rientra circolarmente passando da Incapo), per proseguire però sempre lungo il torrente in un paesaggio che continua a cambiare fino a incrociare il sentiero dei ponti che guida a malga Gulva, non più monticata (1.30 ore). Si continua in salita più decisa e selvaggia giungendo in vista di malga Borcola, un complesso rurale di proprietà del Comune di Terragnolo con ristorazione tipica (1.182 m; 0.30 ore; vendita formaggio e ricotta; cell. 340 0838285). Poco distante è aperta la Chiesetta degli Alpini (1968) e sono visibili tabelle con fotografie storiche in quanto fino al 1918 questo valico fu confine di stato fra Austria e Italia: sono presenti importanti manufatti bellici del Primo conflitto mondiale (epigrafi, stazioni di teleferiche, caverne, postazioni d’artiglieria, trinceramenti).
Per il rientro si torna a malga Gulva dove s’imbocca il sentiero con direzione malga Sarta (1.295 m; 0.50 ore) e da qui si scende comodamente a maso San Giuseppe (1 ora) un’antica struttura, restaurata nel rispetto della tipologia e convertita in un esercizio rurale con finalità ricettive e didattiche. La chiesetta (XVIII sec.; sconsacrata) mostra tracce di affreschi e lo stemma della famiglia roveretana Malfatti. Da qui si scende a Geroli tagliando la strada, quindi a Sega (0.40 ore).