Corriere del Trentino

Carovita: Bolzano prima, Trento nona

Inflazione da record. Consumator­i: in regione la famiglia tipo spende 733 euro in più

- Leone

Bolzano si conferma ancora una volta la città più cara d’Italia, con un’inflazione record a quota 2,4%, contro l’1,6% di media nazionale. A Trento l’aumento dei prezzi si attesta all’1,8%, con il settore dell’immobiliar­e e dei servizi energetici molto oltre la media dell’Italia. Per le famiglie la stangata, in Alto Adige, si attesta sugli 800 euro, mentre va meglio in Trentino con un +456 euro. Nella classifica nazionale sul carovita, Trento risulta al nono posto.

TRENTO I dati diffusi ieri dall’Istat sull’inflazione per il mese di agosto parlano chiaro: Bolzano continua a essere la città più cara d’Italia, con un tasso al 2,4% — a fronte di una media nazionale dell’1,6% — che la pone sul podio della classifica insieme ex-aequo con Reggio Emilia. Va un po’ meglio a Trento, dove l’inflazione si attesta all’1,8%, con singoli settori dove però il dato è più del doppio di quello medio del paese.

Basandosi sulle cifre diffuse dall’Istat per il mese appena trascorso, l’Unione nazionale Consumator­i ha stilato una classifica dei capoluoghi di regione e delle città con oltre 150mila abitanti. Bolzano e Reggio Emilia, come detto, sono sul podio, seguite da Ravvena con un’inflazione al 2,3%. Per rintraccia­re Trento occorre scorrere di parecchio la graduatori­a, dove la città è collocata al nono posto.

L’Unione ha inoltre tradotto il dato sull’inflazione in spesa supplement­are per le famiglie: secondo il centro studi, per Bolzano si parlerebbe di 798 euro su base annua. Per Trento, invece, il +1,8% si traduce in un incremento di spesa per famiglia pari a 456 euro. Il dato regionale, dunque, vede una «batosta» da 566 euro.

Andando a vedere le singole voci sui prezzi emergono ulteriori dati interessan­ti. Confrontan­do con il dato medio del paese, l’Alto Adige presenta un tasso d’inflazione elevato soprattutt­o nel settore servizi ricettivi e ristorazio­ne (4,2 locale a fronte di un 1,1) e per i prodotti alimentari e le bevande analcolich­e (2,2 locale contro 1,7 nazionale).

Anche in Trentino il dato sulle strutture ricettive segue l’andamento dell’Alto Adige (2,2), con cifre elevate anche a causa della forte vocazione turistica del territorio. Il dato singolare, però, riguarda il settore abitazioni, acqua, gas ed elettricit­à, dove a fronte di una media nazionale del 2,8 in Trentino si sfiora il 4,7%, dato superiore anche a quello altoatesin­o, che si attesta invece al 3,6%.

Il Codacons, intanto, parla di «allarme prezzi». «In Trentino - Alto Adige si registra ancora una volta la più elevata crescita dei prezzi rispetto al resto d’Italia», afferma il presidente Carlo Rienzi. «La famiglia “tipo” residente in Trentino -Alto Adige spende su base annua 733 euro in più rispetto allo scorso anno a causa del forte incremento dei listini. Nello specifico, va ancora peggio ad una famiglia residente a Bolzano, che subisce una stangata da +985 euro annui causata dall’inflazione record, e che quindi spende oggi 814 euro in più su base annua rispetto ad un nucleo residente a Potenza, la città meno cara».

Il podio

Stesso livello di prezzi anche per Reggio Emilia. Al terzo posto c’è Ravenna

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