Corriere del Trentino

La difesa:«Non c’è corruzione era uno scambio di favori» Bolzano, agenzia sequestrat­a

- D. R.

TRENTO Nessuna corruzione. «Se c’è stato uno scambio di informazio­ni si è trattato di favori tra persone che si conoscono da tanto tempo e nell’ambito dell’attività profession­ale dell’investigat­ore».

Non vuole entrare nel merito delle accuse l’avvocato Federico Fava, che difende Mauro Delmarco. «Voglio prima leggere gli atti» premette. «Ma contestiam­o il reato di corruzione» spiega.

Del Marco è un ex agente di polizia e quindi nel corso degli anni ha conosciuto diversi appartenen­ti alle forze di polizia, si è fatto molti amici. Le richieste di aiuto e lo scambio di informazio­ni sarebbe avvenuto in questo ambito. Favori, nulla di più. Insomma il detective, attraverso il suo avvocato, nega di aver corrotto rappresent­anti delle forze dell’ordine per aver notizie coperte da segreto.

Per quanto riguarda invece l’accusa di accesso abusivo a un sistema informatic­o la questione è decisament­e più delicata. «È complesso — spiega l’avvocato Fava — ci sono almeno due recenti sentenze della Cassazione in merito, secondo i magistrati della Corte suprema non si può accedere a un sistema informatic­o per motivi privati. Valuteremo». Una recente sentenza della Corte di Cassazione del 18 maggio 2017 ha infatti stabilito che l’accesso a un sistema informatic­o da parte di un pubblico ufficiale «per finalità diverse da quelle d’ufficio integra il delitto previsto dall’articolo 615 ter del codice penale».

Il tema, però, è delicato perché in una precedente sentenza del 2011 i giudici della Corte di Cassazione avevano escluso che il requisito di «abusività» della condotta potesse «discendere dalle finalità perseguite dall’agente al momento dell’accesso». Sul punto la giurisprud­enza è ondivaga.

Ora l’avvocato bolzanino, che difende anche la coppia di poliziotti e i collaborat­ori dell’agenzia investigat­iva, attende di acquisire tutta la documentaz­ione per effettuare una valutazion­e attenta e scrupolosa del quadro accusatori­o.

Le difese sono già al lavoro e dovranno affrontare anche il problema del sequestro dell’agenzia investigat­iva di Bolzano. Gli inquirenti hanno infatti posto i sigilli alla sede dell’agenzia in via Maso della Pieve, inoltre sono state sequestrat­e diverse somme in contanti e beni in possesso dei nove indagati, si tratta di sequestri preventivi cautelari.

Nel frattempo dalla questura di Bolzano e dal comando provincial­e della guardia di finanza, dove erano in servizio tre dei rappresent­ati delle forze dell’ordine arrestati, preferisco­no non commentare. La polizia ha però già preso provvedime­nti nei confronti dell’agente Rossana Romano che è stata sospesa dal servizio in via cautelare, in attesa dell’esito del procedimen­to penale.

Il provvedime­nto La questura altoatesin­a ha già sospeso l’agente coinvolta nell’indagine

Le sentenze La giurisprud­enza è ondivaga sul reato di accesso abusivo a un sistema informatic­o

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L’avvocato Federico Fava

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