«A lui dedicherei un festival»
«Ci conoscemmo nell’ ‘83 nei corridoi di Radio Dolomiti. Per me fu uno shock, perché era la prima volta che incontravo un cantante che aveva pubblicato dei dischi. Gli chiesi se potevo intervistalo e lui accettò subito, ma poi si negò per quasi un anno. È un episodio che gli ricordavo spesso per ridere insieme di quella lunga attesa. Poi diventammo amici, lo intervistai diverse volte e fu il protagonista delle grandi feste di Radio Dolomiti». A parlare è la voce di Gabriele Biancardi, storico dj dell’emittente radiofonica che ha condiviso con Goran Kuzminac anni di collaborazione e reciproca stima, entrambi davanti al microfono ma per motivi diversi: l’uno a intervistare e a intrattenere, l’altro a cantare. «Fu un anticipatore: con Ivan Graziani e altri due artisti realizzò un disco di quattro tracce “a otto mani”. Non era un LP, non era un 33 giri. Era un progetto nuovo, per l’epoca avveniristico». Il ritorno al Trentino, dovuto alla scelta di stare accanto alla moglie e alle figlie, lo escluse parzialmente dai grandi giri di Milano e Roma, ma fu una decisione presa con grande determinazione e in virtù di una precisa visione della sua professione. «Il suo orgoglio era essere un ottimo musicista, sempre pronto a insegnare con generosità. Diverse generazioni di artisti trentini gli devono molto, perché grazie alla sua straordinaria intelligenza artistica si metteva in dialogo anche con stili diversissimi dal suo. Un’apertura mentale che gli derivava dalle sue radici culturali slave. O meglio, mitteleuropee. Gli invidiavo la facilità di entrare in contatto con tutti, di diventare parte del luogo in cui viveva». Negli anni era uscito dal circuito radiofonico, ma senza mai smettere di fare musica. «Si è sempre rifiutato di fare la canzone “facile” per vendere. Ciò che ultimamente gli interessava di più era la dimensione live del concerto, anche in dimensioni molto ridotte: bastava una chitarra e un microfono perché si mettesse a cantare e la gente ad ascoltarlo. Era un artista di nicchia, ma una bella nicchia». Goran Kuzminac lascia un vuoto significativo nella scena musicale trentina, quello di un punto di riferimento non solo artistico ma umano. «Credo che sarebbe giusto dedicargli un tributo e ricordarlo attraverso un album, un concerto o un piccolo festival. Sarebbe un bellissimo omaggio che unirebbe molti artisti».