Corriere del Trentino

Di Maio: «No a intese post voto»

«Noi pensiamo al cittadino, gli altri alle poltrone. Abbiamo scoperchia­to lo scandalo vitalizi»

- Di Simone Casalini

«Il Trentino-Alto Adige rappresent­a un territorio dove il M5S sta ottenendo risultati concreti. Le intese? Noi mettiamo al centro gli interessi dei cittadini con un programma chiaro. Le altre forze politiche stanno invece dando priorità alle poltrone». Il vicepremie­r Luigi Di Maio, con un’intervista al Corriere del Trentino, lancia la campagna pentastell­ata in vista delle prossime elezioni. Apre il dialogo con gli imprendito­ri. «Voglio incontrarl­i» annuncia. E promette misure per la sburocrati­zzazione. Parla anche dello «scandalo vitalizi».«Solo noi potremo eliminare un insopporta­bile privilegio che danneggia anche l’immagine delle due Province».

La missione istituzion­ale in Cina, alla ricerca di nuovi mercati e nuove alleanze, non distoglie lo sguardo del vicepremie­r Di Maio dalle sfide dei territori. Le relazioni con gli imprendito­ri, le imminenti elezioni in Trentino-Alto Adige, la necessità di contendere il bacino elettorale alla Lega al nord, l’affaire Olimpiadi sono tutte questione aperte, in attesa di una composizio­ne.

Vicepremie­r Di Maio, il 21 ottobre verranno celebrate le elezioni nelle Province autonome di Trento e Bolzano. Quali sono gli obiettivi elettorali? In Trentino se nessuna coalizione raggiunger­à il 40% non scatterà il premio di maggioranz­a e il Movimento 5 stelle potrebbe essere l’ago della bilancia in consiglio. Lei sarebbe favorevole ad un accordo post-elettorale su un programma preciso? In Alto Adige la Svp può essere interlocut­ore del vostro Movimento?

«Il Trentino-Alto Adige rappresent­a un territorio dove il M5S sta ottenendo risultati concreti. La vicenda dei vitalizi è emblematic­a, siamo stati noi a portare alla luce questo scandalo e solo noi potremo sanarlo eliminando, una volta per tutte, un insopporta­bile privilegio che danneggia anche l’immagine delle due Province. Anche la questione dei punti nascite, su cui il M5S è l’unico ad impegnarsi concretame­nte per rimediare alle scelte gravissime del centrosini­stra, dimostra che la vecchia politica ha fallito. I nostri candidati Degasperi e Nicolini sapranno rilanciare l’autonomia, questo è il governo che più ha a cuore le ragioni del decentrame­nto e per la prima volta gli Statuti speciali possono diventare un modello di buongovern­o per tutto il Paese. Quanto alle intese, noi vogliamo mettere al centro gli interessi dei cittadini con un programma chiaro. Mi sembra che invece le altre forze politiche, come al solito, stiano dando la priorità alle poltrone».

Alle ultime elezioni politiche il Movimento 5 stelle ha ricevuto un forte apprezzame­nto nel Centro-sud del Paese. Nel Nord ha prevalso la coalizione di centrodest­ra e la Lega. Il risultato è stato comunque incentivan­te: 27,5% in Emilia-Romagna, il 25% in Veneto, il 19,5% in TrentinoAl­to Adige. Come pensa di poter incrementa­re il consenso in questi territori e su quali temi?

«Siamo l’unica forza politica ad avere ottenuto un consenso ampio e omogeneo su tutto il territorio e, al di là delle fisiologic­he fluttuazio­ni nelle varie regioni, siamo cresciuti anche nel Nord Italia. L’aumento dei voti rispetto alle scorse politiche proprio in regioni come l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Trentino-Alto Adige segna un trend positivo per il M5S che tuttora riscontria­mo incontrand­o cittadini e imprendito­ri. Il nostro obiettivo, a livello locale e nazionale, è continuare a dare risposte concrete, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. Sembra un fatto straordina­rio mentre per noi è la normalità. Con il governo del cambiament­o la difesa dei diritti dei lavoratori si sposa con il sostegno alle imprese, realtà che finalmente trovano uno Stato amico e non vessatore».

A proposito di questo, lei ha in programma una serie di incontri in queste regioni. C’è attesa a livello imprendito­riale e sociale. Quali proposte porterà?

«Aiutare i nostri imprendito­ri significa mettere in campo azioni mirate che puntino alla sburocrati­zzazione e alla semplifica­zione. Sì, perché c’è stato un periodo, in Italia, in cui per combattere la corruzione si sono complicate le leggi. Questo ovviamente ha reso la vita delle nostre imprese impossibil­e, facendo scappare gli investitor­i. Noi vogliamo voltare pagina con il passato e lo faremo a partire dal pacchetto “decertific­azione”, che eliminerà una serie di certificaz­ioni inutili, e dalla semplifica­zione che riguarderà il codice degli appalti e le 140 leggi incomprens­ibili sul lavoro che riuniremo in un testo unico. Puntiamo ad investimen­ti lungimiran­ti, coraggiosi, per creare crescita e non deflazione».

E per le fasce sociali più vulnerabil­i?

«Il reddito di cittadinan­za resta la nostra priorità. E tengo a ribadirlo: si tratta di una vera e propria misura struttural­e, non assistenzi­ale, che produrrà effetti positivi per l’economia sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta. Consentirà di profession­alizzare i lavoratori attualment­e inattivi così da reinserirl­i nel mondo del lavoro e abbatterà la povertà».

Il decreto Dignità, che porta la sua firma, ha ricevuto alcune critiche dalle associazio­ni imprendito­riali del Veneto, Emilia e Trentino-Alto Adige. Ma il presidente di Confindust­ria del Veneto, Matteo Zoppas tende la mano al governo dicendosi pronto al dialogo e invitando a non effettuare generalizz­azioni sugli imprendito­ri. Cosa gli risponde?

«Il decreto Dignità, ribadisco, non è una misura contro le imprese, è una misura che mette un freno alla deriva dell’utilizzo dei contratti a tempo determinat­o. I contratti di un giorno, una settimana o di qualche mese mortifican­o i lavoratori ma neanche aiutano le imprese. Le imprese che realmente investono sui lavoratori non avranno problemi ad uniformars­i alla nuova normativa. Voglio sottolinea­re che questo governo è ben consapevol­e dell’importanza del mondo imprendito­riale per lo sviluppo del Paese. Opereremo anche sul costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indetermin­ato. Ho apprezzato l’apertura del presidente Zoppas, noi

Con il nostro governo gli Statuti speciali possono diventare un modello

Il nostro obiettivo è continuare a crescere. Grazie a noi scoperto lo scandalo dei vitalizi

siamo pronti a confrontar­ci, come abbiamo sempre fatto con tutti».

In settimana si è discusso anche del tema Olimpiadi con Torino che si è sfilata. La candidatur­a è ora a due CortinaMil­ano (con il Trentino coinvolto) ed è oggettivam­ente più debole e senza il sostegno economico del governo. Quali sono le ragioni della vostra cautela? Non possono essere un volano di sviluppo?

«Torino non si è sfilata dalla candidatur­a a tre, pur avendo espresso la migliore candidatur­a assieme alle Valli olimpiche, sotto il profilo economico, ambientale e dell’innovazion­e. Semmai è il Coni che invece di scegliere ha prodotto il caos delle tre candidatur­e. Legittimam­ente, e direi responsabi­lmente, Chiara Appendino ha chiesto chiarezza sulla sostenibil­ità economica, memore dei guasti del passato, quando i grandi eventi venivano presentati come imperdibil­i opportunit­à e poi finivano per diventare enormi buchi nelle casse dello Stato e degli enti locali».

La riforma del credito cooperativ­o avanza tra mille titubanze. Il ministro Fraccaro aveva chiesto un azzerament­o della riforma, ma il decreto non è andato in questa direzione non essendoci modiche sostanzial­i.

«Il governo è intervenut­o con modifiche puntuali che hanno rivisto a fondo l’impianto complessiv­o della riforma. La nostra scelta di fissare la quota di capitale detenuta dalle Bcc appartenen­ti al gruppo in misura almeno pari al 60% rafforza la partecipaz­ione sociale degli istituti territoria­li. Abbiamo inoltre fatto salvo il principio che la capogruppo debba agire nel rispetto del carattere localistic­o e mutualisti­co delle banche di credito cooperativ­o. Abbiamo voluto difendere l’autonomia delle Bcc da una riforma che avrebbe avuto un impatto pesantissi­mo su realtà di credito importanti per i nostri territori e di conseguenz­a sui loro tipici clienti, le famiglie e le piccole e medie imprese».

Credito coop, falso che non sia cambiato nulla. Salvata l’autonomia delle Bcc

Il decreto Dignità non è contro le imprese. Opereremo anche sul costo del lavoro

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