«Bando periferie senza risorse siamo pronti all’azione legale»
Comune, l’assessore in contatto con l’Anci: «Dobbiamo tutelare i nostri diritti»
«Se necessario, valuteremo anche azioni legali. Dobbiamo difendere i diritti dei cittadini». L’assessore comunale Italo Gilmozzi prende posizione dopo la rottura dei rapporti tra Anci e governo sulla delicata questione del bando delle periferie.
TRENTO Il tono è aspro: «Difenderemo i diritti dei cittadini di Trento. Anche valutando azioni legali, se sarà necessario». Ventiquattro ore dopo la decisione dell’Anci (l’associazione nazionale Comuni italiani) di interrompere i rapporti istituzionali con il governo per la questione del bando periferie (Corriere del Trentino di ieri), l’assessore comunale ai lavori pubblici Italo Gilmozzi fa capire di essere pronto a mostrare gli artigli. E, se i 18 milioni prospettati per l’operazione «Santa Chiara Open Lab» non dovessero arrivare, di essere determinato a non lasciare passare la questione sotto silenzio: «Noi — dice — abbiamo dei bandi in chiusura. L’amministrazione e i cittadini non possono pagare per aver rispettato i patti».
Gilmozzi è in continuo contatto con l’Anci e ogni mossa verrà presa in accordo con i vertici nazionali. Ma l’attenzione è alta. E anche il malumore. Ieri da Palazzo Chigi si è tentata qualche rassicurazione, che però non ha convinto i Comuni. «Va rilevato — si legge nella nota — che la conferenza unificata non ha potuto affrontare il nodo del bando periferie per un impedimento tecnico-amministrativo legato ai tempi di approvazione del decreto Milleproroghe, ma resta fermo l’impegno del governo per fare chiarezza sul quadro costituzionale e finanziario di riferimento e per garantire il finanziamento delle spese relative agli interventi già in corso di attuazione».
«Seguiamo la questione» commenta Gilmozzi. Che ci tiene a ricordare i passaggi effettuati finora. Non proprio secondari. «Il Comune — ripercorre l’iter l’assessore — ha firmato una convenzione con il precedente presidente del consiglio, registrata regolarmente dalla Corte dei Conti. E sulla base di quell’atto si è mosso». Predisponendo i progetti esecutivi di tutti i moduli del Santa Chiara Open Lab — che prevede, in particolare, la realizzazione del nuovo polo degli uffici tecnici in via San Giovanni Bosco — e avviando i bandi di gara. «L’amministrazione ha impegnato risorse per far partire i bandi, uno dei quali è quasi al termine: a breve si saprà il vincitore. Le ditte si sono impegnate» sottolinea Gilmozzi. «Se i soldi statali non dovessero arrivare — chiede — chi coprirà le spese sostenute finora? Da qualche parte le risorse dovranno essere prese: non è possibile che i cittadini debbano subire questa situazione. Considerato tra l’altro che noi verremmo penalizzati perché abbiamo lavorato bene e nei tempi che ci erano stati dati».
E sulla questione prende posizione anche il Pd. «Con i proclami — sottolinea Alessio Manica — non si cambia il mondo e nemmeno si migliora la vita dei cittadini: servono fatti responsabilità, e lavoro. Chiediamo al governo di ridare alle città italiane le risorse per le periferie, di dimostrare rispetto per le loro progettualità».
Il nodo
«Le risorse che sono già state impegnate dovranno essere trovate»
Alessio Manica (Pd)
«Chiediamo al governo di dimostrare rispetto per le progettualità delle amministrazioni»