«L’alternativa al Carroccio è il Patt Non saremo mai la loro stampella»
Rossi: «Il Trentino sarebbe governato da Milano. Solo noi l’argine»
TRENTO «L’alternativa alla Lega è il Patt». Non ha dubbi Ugo Rossi, che smentisce qualsiasi ipotesi di accordi con il Carroccio dopo il voto: «Non saremo noi la stampella della Lega» assicura.
Presidente, si prefigura una corsa a due, Fugatti e Tonini.
«Il bipolarismo è finito da un pezzo. Da una parte abbiamo la destra, rappresentata dalla Lega, con tutti i suoi satelliti. Si tratta di una coalizione digiuna di qualsiasi esperienza amministrativa guidata da un partito gestito in maniera militare e verticista. Votare per loro significa da un lato fare un salto nel buio, dall’altro lasciare che il Trentino sia governato da Milano. Dall’altra abbiamo chi ha creato il teatrino degli ultimi mesi chi, come Futura e il Pd, ha invocato il cambiamento e ora candida una figura, Giorgio Tonini, rispettabilissima, ma con quattro legislature alle spalle in parlamento».
Quindi l’alternativa siete voi?
«Certamente sì. Solo il Patt, oggi, può garantire una solida esperienza amministrativa, un rapporto consolidato con la Svp e il candidato più fresco in campo: sono in politica da meno tempo sia di Fugatti che di Tonini».
Non è stato tenero con la Lega, eppure i rumors di palazzo dicono che il Patt sarà la stampella della Lega qualora il centrodestra non raggiungesse il 40%. Anzi, si aggiunge che, in cambio, la Lega potrebbe sostenerla per la presidenza della Regione.
«Assolutamente falso. So che c’è chi sta diffondendo ad arte queste voci per occupare spazi politici, ma non è così. Se la Lega non raggiungerà il 40% di certo non saremo noi la loro stampella. Anzi, invito a votare per il Patt proprio perché più forza avrà il Patt e più l’argine che costruiremo contro la Lega sarà alto. Le Stelle alpine hanno 70 anni di storia, 70 anni dedicati all’Autonomia. Sarà così anche in futuro».
Eppure è la stessa Svp ad avere aperto alla Lega.
«La Svp non apre e non chiude, rispetta uno Statuto che impone una rappresentanza italiana. Non si tratta mai di alleanze politiche, ma di intese per tutelare l’Autonomia. Vince il centrosinistra, ci si accorda con loro, vince il centrodestra, si fa altrettanto».
Per voi non vale?
«Il sistema Trentino è diverso e noi siamo alternativi alla Lega».
Sui punti nascita è parso in linea con Fugatti, ma il piano generale della sanità lo fece lei come assessore.
«Esatto e fu fatto prima della soglia sui parti. Noi chiedevamo e chiediamo una deroga che non la politica, ma la medicina giudica possibile. La Lega, piuttosto, ha strepitato per anni e ora chiede guarda caso la stessa cosa. Anzi, Fugatti approfitta anche del suo ruolo istituzionale per fare campagna elettorale».
Se non fosse stato alleato del Pd, avrebbe fatto le stesse scelte?
«Avrei potenziato di più le politiche familiari e studiato un welfare più incentrato sull’autonomia delle persone. Tante cose, però, le abbiamo fatte anche se il Pd non era d’accordo e oggi il Trentino è migliore di quello di cinque anni fa. Lo ha detto pure Fugatti».
Lei sognava il partito dei trentini, un progetto oggi fallito. Perché?
«Perché l’Upt, in particolare Lorenzo Dellai, non hanno voluto guardare in faccia la realtà e hanno sempre osteggiato il protagonismo di un Patt che preferivano mantenere in un ruolo gregario. Forse anche perché io non sono stato capace di far capire che il Patt non voleva fagocitare nessuno, ma solo creare un grande partito territoriale e plurale. Non escludo, però, che quel partito possa nascere in futuro».
Ex alleati Invocavano il cambiamen to, hanno candidato Tonini