Translagorai Cresce la rabbia «Così non va»
TRENTO La protesta è partita dai social, con prese di posizione di associazioni ambientaliste e di singoli appassionati della montagna. E ha coinvolto, in un attimo, comunità locali, cittadini, persino partiti.
Sul progetto di potenziamento della Translagorai (il trekking che percorre l’intera catena del Trentino orientale), le critiche sono sempre più aspre. E numerose: a preoccupare, in particolare, è il destino della zona del lago Lagorai, uno dei posti più selvaggi della catena, dove si prevede la trasformazione della malga in bar con posti letto. Sui blog e sulle pagine facebook, i contatti hanno già superato quota 10.000. Con diversi interventi: dall’alpinista Alessandro Gogna alla Sat (che ha spiegato il suo coinvolgimento nel progetto), fino al rappresentante di Cipra Luigi Casanova.
Ora a schierarsi contro il progetto è Mountain Wilderness. «Siamo molto preoccupati — scrive l’associazione guidata dal trentino Franco Tessadri — dal proliferare di tanti progetti che, nonostante l’attuale trend dei mutamenti climatici, continuano imperterriti nella direzione di un consumo indiscriminato del suolo». In questo quadro, prosegue l’associazione (che nei giorni scorsi si è confrontata con la Sat), «il progetto Translagorai rappresenta un pericoloso grimaldello per entrare, anche se parzialmente, nella catena del Lagorai. Pensiamo al tragitto storico: basterebbe solamente un presidio maggiore e una ovvia e costante manutenzione del percorso». L’obiettivo di «cercare di incrementare la frequentazione del posto», secondo Mountain Wilderness, potrebbe essere legittima, anche se «comunque — avverte l’associazione — non ha niente a che vedere con la naturalità e quello che da sempre cercano coloro che fanno la traversata». Con una preoccupazione concreta, quella sul destino di malga Lagorai: «Vista la vicinanza con gli impianti del Cermis, temiamo che il progetto punti a qualcosa di più, anche se non necessariamente legato allo sci, di una semplice struttura ricettiva». Di più: «Temiamo che non essendo ancora stato presentato alcun dettagliato progetto sulla riqualificazione delle malghe, i paletti posti dalla Sat possano essere elusi».
E a bocciare con forza il progetto è anche il Movimento 5 Stelle. Che parla di «colata di cemento sulla catena del Lagorai» e attacca l’assessore Mauro Gilmozzi. «La strategia — è l’affondo dei pentastellati, per voce di Alex Marini — è la stessa già vista in tanti altri casi tipo Serodoli, pista Plaza, Colbricon, Tremalzo. Si prepara l’assalto al territorio e si sferra l’attacco all’improvviso, sperando che la società civile non riesca a reagire in tempo». E ancora: «La cittadinanza non ha che i pochi strumenti garantiti dalla legge per difendersi dagli appetiti di chi vorrebbe trasformare tutto il Trentino in un gigantesco luna park. Sono quegli elementi di democrazia diretta non a caso aspramente contestati da tutte le forze politiche ad esclusione nostra». Ricordando un passaggio: «Negli anni Ottanta vennero raccolte le forme per istituire un parco nel Lagorai. Ma fu tutto inutile».