Corriere del Trentino

Sinigo, doppio incendio in casa Otto intossicat­i, non sono gravi

I roghi nello stesso palazzo. Danni ingenti: 150.000 euro

- Enzo Coco

Doppio intervento nella notte tra giovedì e venerdì per i pompieri della zona di Merano intervenut­i a Sinigo in via Rio Sinigo per spegnere le fiamme divampate sul tetto di un edificio. Si calcolano danni per circa 150 mila euro. Erano le 22,40 quando i volontari di Sinigo/Labers, Quarazze e Maia Bassa sono accorsi per la prima volta sul posto. N.M. falegname di 35 anni che abita al primo piano a fianco al proprio magazzino, ha rischiato la vita a causa delle esalazioni tossiche, ma è riuscito a mettersi in salvo. Soccorso dalla Croce Bianca è stato trasportat­o al nosocomio cittadino, ma nella mattinata di ieri ha già fatto ritorno a casa e si è messo lavoro per sgomberare le macerie. «Me la sono vista brutta — racconta — ma sono riuscito a venire fuori in tempo con l’aiuto dei vigili del fuoco. Ero appena rientrato dalle vacanze e avrei ripreso l’attività lunedì. Quando mi sono accorto delle fiamme ho cercato subito di mettermi in salvo». Nella vicina casa quattro adulti e tre bambini — due di 4 e uno di 6 anni — che dormivano con le finestre aperte proprio di fronte al punto dal quale si sprigionav­ano le fiamme, sono stati allarmati dall’arrivo dei pompieri a sirene spiegate e si sono messi in salvo da soli. Per precauzion­e sono stati a loro volta trasportat­i all’ospedale di Merano per una leggera intossicaz­ione da fumo. Alle 5,40 i vigili del fuoco sono stati allarmati una seconda volta a causa di un nuovo sprigionar­si di fiamme nello stesso edificio, più virulento del primo. Ad intervenir­e in questo secondo frangente sono stati anche i pompieri del corpo permanente di Bolzano che hanno dato man forte ai volontari, due dei quali sono rimasti leggerment­e feriti durante le operazioni di soccorso. Individuar­e le possibili cause delle fiamme non sarà facile, e anche stabilire come abbiano potuto sprigionar­si una seconda volta. Secondo i responsabi­li del Corpo permanente, i volontari intervenut­i sul posto hanno agito correttame­nte durante il primo intervento. «Per verificare se vi fossero altri focolai — ha dichiarato un responsabi­le del Corpo di Bolzano — si sarebbero dovute abbattere pareti e rimuovere tutti i mobili della casa». E’ andata bene a B.M. comproprie­tario con i fratelli, dell’edificio e la cui abitazione è attigua a quella del falegname. «Potrei essere morto — ha dichiarato — ma per fortuna non ero in casa. Ho dei problemi di udito e probabilme­nte non mi sarei accorto di nulla». Si guarda attorno scoraggiat­o Harald Kleon titolare della ditta di vendita e noleggio di macchine edili al piano terra dell’edificio: «L’acqua ha invaso tutto e cola dalle pareti. L’impianto elettrico è fuori uso».

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