Il siciliano laureato alla Bocconi di Milano che ha legato il suo nome alla Glaxo di Verona
Siciliano di Palermo, 50 anni, laurea in economia internazionale alla Bocconi di Milano e master in economia sanitaria all’Università di Tor Vergata a Roma, il nome di Daniele Finocchiaro è legato in particolare alla casa farmaceutica GlaxoSmithKline, presente a Verona dal 1932, e a Confindustria Verona.
L’ingresso in Gsk risale al ‘98, area comunicazione e rapporti istituzionali. Giusto un anno in Farmindustria, tra 2002 e 2003, stesso settore (di Farmindustria Finocchiaro sarà comunque componente della giunta fino al 2011), poi di nuovo Gsk. Dove nel 2008 si aggiunge il ruolo di direttore della Business Unit Vaccini, quella dedicata a igienisti e pediatri, e nel 2011 quello di vicepresidente della Primary Care & Prevention, dedicata agli altri operatori sanitari. L’incarico di presidente e amministratore delegato di Gsk come Country manager del gruppo per l’Italia, arriva nel 2012. Cinque anni, fino al luglio 2017, quando Finocchiaro lascia le redini a Luis Arosemena, dimissioni che la notizia (di poco seguente) di tagli su Verona consentì d’inquadrare in una luce diversa: «Sono stati anni di crescita e di grandi soddisfazioni per Gsk in Italia — queste le dichiarazioni di Finocchiaro — ma allo stesso tempo è stato un percorso impegnativo e sfidante ed è questo il momento giusto per fermarsi, prendere una pausa di riflessione e rinnovare le energie per affrontare nuove sfide nel futuro».
Quanto agli incarichi associativi, Finocchiaro è, dal giugno 2016, il coordinatore del Gruppo ricerca e sviluppo di Confindustria nazionale. Mentre in Confindustria Verona ha fatto parte della squadra di Giulio Pedrollo dal 2013 al gennaio 2017 con delega alle Relazioni Istituzionali per poi essere confermato, tra i sette vicepresidenti e mantenendo la stessa delega, dal successore di Pedrollo, il nuovo presidente Michele Bauli: ruolo cessato, tuttavia, proprio con l’uscita da GlaxoSmithKline.