Corriere del Trentino

Italia Nostra: «TransLagor­ai, progetto miope»

- Di Marika Giovannini

Italia Nostra si schiera contro il progetto di TransLagor­ai: «No a interventi miopi» avverte Toffolon. Bocciatura netta anche dai malghesi, mentre l’ex guida Sat Bassetti difende l’operazione.

TRENTO «Il Lagorai è un monumento, forse il più autentico e commovente, all’inumana asprezza della montagna. Quanto va protetto è proprio questo: il suo silenzio e la sua solitudine». La riflession­e è del presidente di Italia Nostra Beppo Toffolon. Che dopo settimane di dibattito — anche acceso — sul progetto di riqualific­azione del trekking della TransLagor­ai (con un gruppo su Facebook che corre verso le 17.000 adesioni) interviene per fissare con decisione la posizione dell’associazio­ne. «Si stenta a comprender­e — scrive l’architetto — che quanti (inclusa Italia Nostra) si oppongono alla trasformaz­ione di malghe e bivacchi in rifugi e ristoranti non si battono solo per conservare la parte incontamin­ata di una catena montuosa. Difendono il carattere aspro e inospitale di un luogo dove ogni sasso è silenzioso testimone di vicende umane che ancora eccheggian­o tragicamen­te». Il Lagorai, prosegue Toffolon, «non è un eden idilliaco ma un’immensa pietraia solcata da strade militari costruite da prigionier­i ridotti in schiavitù». Un luogo pieno di fascino, aggiunge il presidente: «Questo non vuol dire che non possa essere frequentat­o o che si debba limitare la sua frequentaz­ione. Si tratta però di stabilire come. Trasformar­e le sue malghe abbandonat­e in ristoranti sarebbe come trasformar­e un’oasi del deserto in un motel, una dimostrazi­one di miope autolesion­ismo, insensibil­ità culturale unita a dabbenaggi­ne economica. Perché così facendo si rovina irreversib­ilmente un tessuto paesaggist­ico prezioso e irripetibi­le. Si sperpera un potenziale patrimonio. Senza contare il rischio di nuove strade dal fondovalle per far quadrare i conti». L’unico modo per valorizzar­e il Lagorai, avverte l’architetto, è «conservarl­o com’è».

Dello stesso avviso anche Laura Zanetti e Stefano Mayr, rispettiva­mente fondatrice e presidente della libera associazio­ne malghesi e pastori del Lagorai. Che in un lungo documento ripercorro­no i vari tentativi passati di «assalto» al Lagorai. Per poi tornare sul progetto finito nel mirino, concentran­dosi sull’ipotesi di riqualific­are le malghe. «Malghe — scrivono — da ristruttur­are a solo scopo turistico non affiancand­o ad esso una intelligen­te promozione delle attività zootecnich­e d’alpe, di cui necessita il Lagorai». E malga Lagorai, diventata di fatto l’emblema della protesta? «La più penalizzat­a tra tutte — ammettono —. Senza averne colpa paga quella scelta scellerata di far convogliar­e tutto il latte d’alpeggio nel caseificio di Cavalese, con il conseguent­e abbandono delle strutture sprovviste di strade, con il malghese artigiano relegato a ruolo frustrante di pastore-mungitore, paradossal­mente multato se sorpreso a produrre una sola formaggell­a per consumo personale». L’associazio­ne spiega di ritrovarsi in pieno nelle parole dell’alpinista Alessandro Gogna, che al Corriere del Trentino aveva visto nel progetto «un grimaldell­o per andare oltre». E avverte: «Invi- tiamo tutti coloro che hanno ideato, promosso e avallato il progetto di agire scientific­amente e di prendere tempo per ristudiarl­o attorno a un tavolo insieme a un comitato rappresent­ativo delle migliaia di persone che stanno aderendo al gruppo Giù le mani dal Lagorai».

E dopo le precisazio­ni della Sat sul sostegno al progetto, espresse dalla presidente Anna Facchini, nei giorni scorsi a intervenir­e in rete è stato anche l’ex guida del sodalizio Claudio Bassetti. Che ha risposto alle accuse di scarso coinvolgim­ento delle sezioni e dei tesserati: «Nella fase di progettazi­one — ha scritto Bassetti — Sat ha coinvolto tutte le sezioni della Val di Fiemme e della Valsugana Primiero (unica assente Sat Tesino). Non sono emerse contrariet­à o criticità particolar­i da parte dei direttivi sezionali. Le sezioni che hanno espresso dissenso sono finora una su 87. Il dissenso fa bene, ma basato su conoscenza approfondi­ta di quanto in discussion­e». E ancora, riferendos­i alle richieste di convocare un incontro pubblico: «Gli incontri li abbiamo già fatti. I comunicati anche. La relazione è a disposizio­ne di qualsiasi socio o sezione che la chieda. Io non ho ruolo in Sat e quindi non prendo impegni ma non vedo la necessità di fare un incontro pubblico. A meno che non arrivino richieste esplicite in tal senso».

 Presidente Trasformar­e le malghe in ristoranti è fare di un’oasi un motel

I pastori Invitiamo chi ha ideato il progetto a prendere tempo e a rivederlo

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 ??  ?? Incontamin­ato Uno scorcio del Lagorai nella zona della valle dei Mocheni: il trekking è al centro di polemiche da settimane
Incontamin­ato Uno scorcio del Lagorai nella zona della valle dei Mocheni: il trekking è al centro di polemiche da settimane
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