Rivolta nel M5S «Toninelli fermi la Valdastico»
A22, pressing dei governatori sul ministro
Il Movimento cinque stelle in Trentino e in Veneto chiede al ministro Toninelli di bloccare i progetti per il completamento della Valdastico nord, tema invece caro alla Lega. Intanto sul fronte A22, in cui Toninelli spinge per un controllo ministeriale più forte, Rossi punge Fugatti: «Si faccia sentire».
TRENTO «In tema di infrastrutture la contrarietà alla realizzazione della Valdastico rimarrà netta». Una posizione ferrea quella che si legge nel programma elettorale del Movimento cinque stelle trentino sull’annosa questione del completamento dell’autostrada A31, che unirebbe basso Veneto e Trentino. Posizione confermata anche dopo le elezioni: «Ribadisco la nostra assoluta contrarietà alla Valdastico — afferma Alex Marini, neoconsigliere M5s —, un’opera che non si concilia per nulla con la nostra filosofia, con la nostra visione. Proprio ieri sera (lunedì, ndr) sono andato a titolo personale a un incontro di attivisti per capire quali iniziative siano in corso. Certo, la Lega è invece favorevole alla Valdastico — continua Marini — e in Veneto hanno Zaia e qui noi ora abbiamo Fugatti, ma non c’è nulla di scontato: ricordiamoci che al governo del Paese c’è anche il M5s e proprio al ministero delle Infrastrutture un suo rappresentate, Toninelli. In generale comunque — conclude — quello che vorrei capire è l’iter che dovrebbe seguire l’eventuale realizzazione dell’opera, soprattutto in termini procedurali e di sostenibilità ambientale, per permettere così a noi, alla minoranza consiliare e alla società civile di poter esprimere valutazioni e istanze».
Valutazioni e istanze contrarie all’opera che Luca Canale, attivista e presidente del comitato No A31, già candidato (non eletto) del M5s alle elezioni del 4 marzo, espone da anni; lui che peraltro risiede a Piovene Rocchette, il comune vicentino da cui proseguirebbe la costruzione del tratto mancante della Valdastico nord, in direzione Pedemonte, al confine col Trentino: «Solo questo lotto di 17 chilometri costerebbe 76 milioni al chilometro, per un totale di 1,3 miliardi. Sul tratto trentino invece non c’è nessun dato ma solo proclami di politici locali che ad esempio vorrebbero l’uscita a Rovereto, uscita che peraltro costringerebbe a una riprogettazione del tratto veneto a meno di deviazioni fantasiose; il progetto preliminare del 2012 difatti prevedeva l’uscita a Besenello». Maurizio Pagan, direttore generale di A4 Holding, società che gestisce le autostrade A4 e A31, un anno fa prevedeva l’avvio dei lavori tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019: un’ipotesi che Canale si sente di escludere dato che «l’attuale cronoprogramma prevede invece l’inizio dei lavori nel 2021 e la fine nel 2029, per il solo tratto veneto e con una concessione che scadrebbe il 31 dicembre 2026 peraltro». Il tutto ovviamente in caso di approvazione da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), a cui A4 Holding ha presentato il progetto definitivo del primo lotto e da cui aspetta il via libera. «Noi attivisti della Comunità Salviamo la Val d’Astico – continua Canale – ci recheremo al più presto al ministero dell’Ambiente e a quello delle Infrastrutture per esporre le nostre osservazioni. Certo, sappiamo che in Veneto e in Trentino il M5s è contrario alla realizzazione della Valdastico ma il ministro Toninelli ha sempre detto di essere favorevole alle grandi opere, sulla base però di una valutazione attenta di costi e benefici. Cercheremo quindi di dimostrargli come in questo caso i costi siano decisamente superiori ai benefici». Tutte osservazioni che Gianni Marzi, candidato M5s sia alle elezioni del 4 marzo che alle elezioni provinciali trentine e in entrambi i casi non eletto, ha esposto al ministro Toninelli in una relazione inviata a metà settembre scorso, affermandovi che il completamento della Valdastico è «inutile, pericoloso e dannoso per l’ambiente» e che «i costi ricadrebbero tutti sugli utenti finali», argomentando con vari dati queste posizioni. Un impegno quello di Marzi sul fronte Valdastico che a suo dire però è stato apprezzato solo da Toninelli, non dagli attivisti del M5s trentino, anzi: «Sono stato usato per fare relazioni e poi boicottato dai miei. Il ministro Fraccaro all’evento Italia 5 stelle mi ha volutamente evitato, nel movimento trentino ci si confronta solo per litigare e spartirsi le poltrone, mai sui temi; le menti pensanti non sono molto ben viste, meglio un soldatino fedele e allineato. Mi stimano di più le persone fuori dal Movimento che quelle dentro. Basta, perdo tempo per chi? Sono deluso e amareggiato». Marzi, iscritto al M5s dal 2011, è già uscito dal Meetup trentino e attende la decisione del Cipe sulla Valdastico — attesa entro il 30 novembre ma probabilmente posticipabile — per capire se uscire anche da quello nazionale. «Ho fallito alle elezioni provinciali (77 voti, ndr). Dopo aver completato il mio iter sulla Valdastico mi prenderò una pausa e poi deciderò se agganciarmi a un altro soggetto politico, magari una lista civica, o se spendermi per il mio comune da privato cittadino. Sono disponibile a collaborare con tutti, sicuramente il mio impegno non terminerà» conclude Marzi. del Pd: «Il governo non è in grado di fare una procedura europea — rilancia Bressa —. È una procedura molto complessa. Se questa fosse stata la strada, l’Europa stessa l’avrebbe consigliata. Questa marcia indietro è un errore colossale, che rischia di avere danni irreparabili sia per l’Autobrennero sia per Trento e Bolzano».
A fare rumore è però la contrarietà dell’ex grillino Paul Köllensperger: «Sono sempre stato d’accordo per la gestione in-house — afferma —. Con la gestione affidata agli enti locali, si dà la possibilità di gestire l’autostrada a coloro che subiscono le conseguenze negative della stessa».
Mirko Bisesti, segretario della Lega trentina e neoconsigliere provinciale, difende la realizzazione di A22 e Valdastico: «Siamo disposti a dialogare con tutti coloro che vogliono proporre idee e confrontarsi su progetti che possano aiutare la comunità, tuttavia si deve anche accettare l’idea che opere come il Tunnel del Brennero sono fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio, alla pari della terza corsia della A22 e della Valdastico. Certe opere si devono obbligatoriamente fare».
Consigliere
La Lega è favorevole e spinge, ma non c’è nulla di scontato
Fuoriuscito
Dopo aver finito il mio iter sulla Valdastico vedrò con chi lavorare