Pycha: «Hanno un vissuto stressante Servirebbe un servizio transculturale»
Il primario di psichiatria dell’ospedale di Bressanone, Roger Pycha (foto), non parla del caso specifico, per segreto professionale, ma spiega che i profughi possono avere un background di vissuto problematico, tale da comportare dei disagi psicologici. «Mi riferisco ad esempio alle statistiche fornite da due centri di accoglienza della provincia di Bolzano: dai dati era emerso che, su 120 richiedenti asilo — spiega il primario — il 10% mostrava delle anomalie comportamentali tali da richiedere un’assistenza medica. Si tratta di un dato importante, se consideriamo che la media nella nostra società è del 2% di persone che evidenziano anomalie comportamentali». Pur trattandosi di un confronto che non intende avere un’attendibilità statistica, si tratta sicuramente di un dato interessante, che Pycha illustra così: «Oltre ad una quota che si potrebbe definire fisiologica di patologie comuni, cioè dei disturbi di vario genere che si possono riscontrare in tutte le popolazioni, i profughi rischiano di avere anche altri problemi a causa delle loro esperienze molto stressanti: lo è già il fatto stesso di emigrare, affrontando il mare, in condizioni di grave pericolo. Ed anche affrontare la nuova realtà, in una società che spesso non li vuole accogliere, rappresenta uno stress continuo per queste persone, che a mio avviso andrebbero aiutate. Servirebbero dei centri riabilitativi specializzati in psichiatria transculturale, uno anche in Alto Adige, con strutturazione della giornata, atmosfera accogliente ed accompagnamento psicologico: un po’ costoso, ma utilissimo».