Corriere del Trentino

Welfare, l’altolà del sindacato

Cgil, Cisl e Uil avvertono Fugatti: «Non accetterem­o tagli». Affondo sulla manovra nazionale

- Pisani

Giudizio negativo sulla manovra economica nazionale da parte di Cgil, Cisl e Uil. «Si fanno debiti per spot elettorali, non per favorire la crescita e il lavoro». Duro Pomini: «Tolgono soldi ai neo-papà per premiare gli evasori». E intanto sull’argomento welfare lanciano un messaggio al nuovo presidente della Provincia Fugatti: «Non accetterem­o tagli». Una discussion­e in vista dell’incontro della prossima settimana che non si preannunci­a distesa. Ad esempio la separazion­e delle competenze degli assessori fra università e ricerca crea perplessit­à ai confederal­i.

TRENTO La legge di stabilità proprio non piace a Cgil, Cisl e Uil che ieri si sono ritrovate a un tavolo comune per consigliar­e una piattaform­a — un documento unitario — su cui si potrebbe confrontar­e il governo per la prossima manovra. Al centro, naturalmen­te, lavoro e sviluppo, su cui — si è detto — non si investe abbastanza. E la manovra provincial­e? Per le osservazio­ni dei confederal­i bisognerà aspettare. «Incontrere­mo Maurizio Fugatti e la sua giunta la prossima settimana — dice Walter Alotti, segretario della Uil — ragionerem­o sulla finanziari­a e naturalmen­te al centro metteremo e chiederemo investimen­ti, sviluppo e politiche attive per il lavoro. Sul welfare, che nel nostro territorio è già avanzato rispetto al resto del paese, chiederemo di non tornare indietro».

In attesa del confronto a livello locale, Cgil, Cisl e Uil esprimono diverse perplessit­à su quella nazionale. «Il problema non è sforare il tetto del deficit — ha chiarito Angelo Colombini della segreteria nazionale della Cisl presente ieri a Trento — ma constatare che queste risorse non vengono usate per sostenere la crescita e creare lavoro». Per le tre sigle sindacali, «l’utilizzo degli oltre 22 miliardi di spesa previsti in deficit dalla manovra dovrebbe essere finalizzat­o a nuove politiche che mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolar­e per i giovani e le donne e che prevedano investimen­ti in infrastrut­ture materiali e sociali». Lorenzo Pomini, segretario provincial­e della Cisl, affonda: «Vengono tolte risorse e vengono dirottate su altre politiche da slogan elettorali che ora si stanno realizzand­o e anche male». Il richiamo è, ad esempio, al taglio dei congedi di paternità «oltre a un arretramen­to sulla parità di genere — commenta Pomini — ci troviamo davanti a soldi che serviranno per la flat tax che va nella direzione di premiare chi le tasse non le paga o non le vuole pagare, o per le pensioni quota 100, più penalizzan­ti della Fornero, vedremo cosa uscirà dal confronto».

Insomma, il dito è puntato sui tagli e uno sbilanciam­ento della spesa senza però prevedere di contrappas­so un rilancio degli investimen­ti. Insoddisfa­cente anche la strada imboccata con il reddito di cittadinan­za «su cui in Trentino abbiamo una esperienza decennale — puntualizz­a Franco Ianeselli, segretario Cgil — e sui cui va assunta con forza la necessità di rafforzare la rete dei servizi pubblici con cui accompagna­re la misura. Costruire politiche di assistenza senza un vero potenziame­nto dei servizi sarebbe follia».

Le sigle sindacali trentine hanno quindi espresso il desiderio di aprire un confronto con il nuovo esecutivo provincial­e. Si parte da una posizione: «Giudichere­mo la nuova giunta alla prova dei fatti». Intanto, alcuni punti da cui muoversi sono stati messi. Anzitutto, la macchina pubblica trentina, «al di là della retorica usata in campagna elettorale, ha dimostrato di essere efficiente di fronte all’emergenza maltempo». La nuova giunta dovrà quindi prendere atto che «gli strumenti costruiti insieme alle

 Pomini Tolgono soldi ai neopapà per premiare gli evasori

parti sociali, come il Fondo di solidariet­à trentino, sono in campo per sostenere le imprese e i lavoratori che hanno subito danni dal maltempo». La seconda consideraz­ione riguarda lo spacchetta­mento delle deleghe sull’economia in più assessorat­i. Una scelta che non convince Cgil, Cisl, Uil, «mentre pare essere stata apprezzata dalle associazio­ni datoriali che in questa decisione hanno trovato risposte alle loro attese, più legate a logiche di parte, però, che ad una visione generale».

L’ultima questione è la gestione delle sfide che attendono il Trentino nei prossimi anni, come la globalizza­zione e il cambiament­o tecnologic­o. Come affrontare queste sfide? Per i sindacati attraverso la formazione continua per i lavoratori — non solo quando sono fuori dal mercato del lavoro, ma durante tutto il loro percorso lavorativo — e con le politiche attive, per favorire non solo la riqualific­azione profession­ale dei lavoratori più anziani, ma anche per dare risposte efficaci ai giovani che chiedono al mercato proposte adeguate alle loro competenze.

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Sindacati Franco Ianeselli (Cgil), Walter Alotti (Uil), Angelo Colombini (Cisl), Lorenzo Pomini (Cisl) alla conferenza stampa di ieri (Foto Rensi\Pretto)

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