La prima seduta del Consiglio La maggioranza «Terna di nomi»
Dall’opposizione Tonini e Rossi chiedono una scelta condivisa
Servirà un ultimo incontro, questa mattina, per trovare l’accordo sul nome del presidente del consiglio provinciale. Fugatti chiede un uomo di maggioranza, le opposizioni una «scelta condivisa».
TRENTO Si arriverà a ridosso della prima seduta del nuovo Consiglio provinciale per decidere la composizione dell’ufficio di presidenza. L’incontro di ieri tra il presidente Fugatti e i leader delle opposizioni, infatti, non è bastato a trovare la quadra attorno ai quattro nomi che faranno da cabina di regia ai lavori d’aula. Si ritroveranno questa mattina Fugatti e le opposizioni, per cercare di chiudere la partita: dalla Lega arriverà la proposta di una terna di nomi, tutti di maggioranza.
«Abbiamo avuto un incontro interlocutorio - commenta Giorgio Tonini, capogruppo del Partito democratico, a margine dell’incontro di ieri pomeriggio - ma non siamo riusciti ad arrivare a un accordo». Il leader dei democratici continua a chiedere al neoeletto governatore di «considerare le percentuali uscite dalle urne: una vittoria a maggioranza relativa, come quella della coalizione di Fugatti, autorizza le minoranze ad avanzare la richiesta di avere la presidenza d’aula». Nemmeno per l’ex governatore Ugo Rossi (Patt) «l’idea che la presidenza possa andare alle minoranze è da scartare a priori».
Se non altri, durante l’incontro di ieri pomeriggio un punto è stato chiarito: Fugatti ha infatti accettato di mantenere la proporzione «tradizionale» fra esponenti di governo e di minoranza nell’ufficio di presidenza: delle quattro poltrone (presidente, vice presidente e due questori) tre andranno alle minoranze e una alla maggioranza. Per l’approvazione delle nomine, però, servono i voti di due terzi del Consiglio provinciale, che la coalizione di centrodestra non può assicurarsi da sé.
«Abbiamo raggiunto un accordo sul metodo - riconosce Rossi - ora ci aspettiamo da Fugatti una rosa di nomi che sia votabile anche dalle opposizioni». Meno ampio, invece, il menù dei dem. Per Tonini, le opzioni sono due: «O un consigliere della minoranza, oppure un esponente della maggioranza individuato anche dalle opposizioni. A una logica di spartizione preferiamo una logica di condivisione».
Non sembra però questo l’orientamento di Fugatti, che nella tarda serata di ieri si è risentito con i compagni di partito per definire i tre nomi da proporre oggi alle minoranze. «Saranno tre esponenti della mia coalizione - chiarisce - in continuità con cinquant’anni di governo del Trentino: la presidenza dell’aula andrà, come sempre alla maggioranza».
Se
Trattative
L’incontro di ieri non ha risolto il braccio di ferro. Stamane ultima riunione in extremis
Distribuzione
Il governatore ha accettato solo di assegnare i questori alla minoranza
il braccio di ferro sulla presidenza del Consiglio provinciale si risolverà nel bene o nel male oggi, più nebulosa è invece la situazione in vista della prima seduta del Consiglio regionale di domani. Finché l’Alto Adige non avrà la sua giunta, la composizione di maggioranza e minoranza in regione resta indefinita. Se Tonini immagina una soluzione temporanea per la presidenza in attesa che il governatore alto atesino Kompatscher decida chi sarà il partner di governo, nei corridoi è corso anche il nome di Rossi. L’ex governatore, però, si sfila ribadendo di non avere ambizioni: «In regione curerò i rapporti tra Trentino e Alto Adige in ottica autonomista. Non cerco ruoli oltre quello di consigliere».