Bisesti e i dipendenti museali «Mi confronterò con loro»
TRENTO «Prima di esprimere un parere in merito e di attuare eventuali iniziative vorrei informarmi al meglio e sentire tutte le parti coinvolte, alla ricerca della miglior soluzione condivisa possibile». Decisamente diplomatico Mirko Bisesti, neoassessore provinciale alla cultura, sulla questione dei lavoratori dipendenti ed esternalizzati del Muse e degli altri musei provinciali (Mart di Rovereto e Museo degli usi e costumi di San Michele) che dal primo gennaio passeranno alle dirette dipendenze della Provincia.
Il nodo del contendere nasce da un passaggio contenuto nella legge sulla cultura passata dallo scorso Consiglio provinciale nell’ottobre 2017. Nel testo del cosiddetto «ddl Mellarini», infatti, compare un passaggio che introduce vari cambiamenti rispetto alla precedente legge, che risale al 2007.
Tra le varie modifiche, appunto, una riguarda la presa in carico da parte della Provincia, con le sue strutture di servizio, della parte gestionale e burocratica dei musei riferita al personale e alle spese di manutenzione, con l’accollo di tutti gli oneri conseguenti.
L’ex assessore alla cultura Tiziano Mellarini preferisce non commentare la questione: «Non sarebbe corretto nei confronti del nuovo assessore – afferma – esporre il mio pensiero o rivendicare la bontà della legge. Ora tocca solo ed esclusivamente a Bisesti valutare la questione e fare delle scelte».
Scelte che per il momento, come detto, si limitano a inserire in agenda degli incontri con i rappresentanti dei musei interessati dal piano e con i sindacati.
È stata in particolare la Uil Flp, tramite la propria segretaria confederale provinciale Silvia Bertola, a chiedere l’intervento del neoassessore Bisesti per bloccare o perlomeno per sospendere il passaggio dei lavoratori museali alla Provincia, un’iniziativa di accentramento giudicata da Bertola «una scelta assurda». Secondo la sindacalista, infatti, se i dipendenti dovessero rispondere al dipartimento della cultura e a quello del personale l’autonomia amministrativa degli enti museali verrebbe azzerata.
L’assessore Bisesti si sta progressivamente informando sulla questione, analizzandone i punti centrali: «Si tratta del passaggio dei lavoratori dei singoli musei alle dipendenze della Provincia, con l’intento di creare una regia amministrativa unica, lasciando invece piena autonomia nella gestione artisticoculturale ai singoli musei. Un’iniziativa che ha aspetti positivi e condivisibili da un lato, ma che dall’altro fa emergere le criticità che si sono sentite». «Per questo – conclude Bisesti – farò in modo di confrontarmi a breve con le varie parti interessate per cercare la migliore soluzione possibile per tutti, per la Provincia ma anche ovviamente per i musei e i dipendenti».
Attualmente il Muse conta 85 dipendenti diretti e un centinaio di lavoratori esternalizzati alle cooperative (ClaConsorzio lavoro ambiente di Trento, Società cooperativa culture di Venezia e Socioculturale cooperativa sociale onlus di Marghera).