«Benessere diffuso? La politica solo un fattore»
Maraniello: «Dalla critica costante insoddisfazione perenne»
Il secondo posto di Trento fra le province italiane per qualità della vita (ItaliaOggi) si spiega guardando «al senso dei suoi abitanti per il sociale», spiega Giorgio Casagranda. Pesa anche, secondo il sociologo Carlo Buzzi, «la tradizione asburgica al buon governo e alla gestione responsabile».
Un risultato che forse non stupisce, data la naturale tendenza locale alla modestia, ma che rende orgogliosi. Il Trentino si è confermato anche per il 2017 al secondo posto nella classifica annuale sulla qualità della vita curata dal dipartimento di statistiche economiche dell’Università La Sapienza di Roma per ItaliaOggi. Medaglia d’oro per Bolzano, bronzo a Belluno e poi a scendere Vicenza, Lecco, Treviso e Parma. Ultimo piazzamento, al 110° posto, per Trapani. Un risultato che è stato elaborato valutando nove macroaree: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita. Trento domina incontrastata nell’ambito ambientale e ottiene il podio anche per lavoro e scuola, mentre il dato che ci vede più bassi in classifica è, forse a sorpresa, il sistema salute: solo il 65esimo posto.
Giorgio Casagranda, una lunga carriera in ambito civico e politico tra le file della Margherita e del Pd e un presente da presidente di Non profit network (ente gestore dei servizi per il volontariato), non ha dubbi: il merito sta nel carattere del popolo trentino. «Le persone che abitano in Trentino sono orgogliosamente consapevoli del loro ruolo. Un popolo tenace in grado ben amministrare la possibilità dell’autonomia». In secondo luogo il merito va a giudizio di Casagranda agli amministratori, «che hanno saputo gestire le risorse riconosciuteci dallo Stato in virtù dell’autonomia stessa».
Più soldi e meglio gestiti insomma, ma secondo Casagranda i risultati non devono indurre a rilassarsi perché non sono dati per sempre. «Non dobbiamo essere tratti in inganno. Le condizioni di disagio continuano ed esserci, come l’aumento delle persone assistite dalla Caritas e, tra questi, l’aumento in percentuale degli italiani rispetto agli stranieri. Ma se il confronto è con il livello nazionale, è indubbio che le cose funzionino meglio in Trentino e in Alto Adige».
Una buona amministrazione confermata negli anni, considerato che Trento non scende mai oltre il quinto posto in classifica dal 2011, ma che ha ugualmente visto il radicale cambio di visione politica a fine ottobre con il risultato delle elezioni provinciali. Un dato che Casagranda non ha timore di mettere in rilievo: «La maggioranza che governava, autrice di quelle leggi che poi chi amministra deve applicare, ha fatto di tutto per essere sconfitta. Dividersi come è accaduto nei mesi scorsi è stato un errore. Dall’altra parte gli avversari politici hanno saputo toccare i punti che parlano alla pancia della gente: non tanto la sicurezza in sé, ma la sua percezione. È presto per valutare le conseguenze di queste cambiamento, solo i dati possono dare ragione o torto all’operato delle amministrazioni. Tra uno o due anni potremo scoprire se saremo saliti al primo posto o se faremo una caduta verticale».
Più cauta la posizione di Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento. «Non credo che la percezione della qualità della vita abbia una qualche relazione con il cambio di governo provinciale. Si tratta di un atto di cambiamento che segue delle dinamiche nazionali. In Trentino si sa che si vive bene, sicuramente siamo una delle province migliori d’Italia. Anche dal punto di vista del lavoro nell’ambito industriale l’occupazione è garantita e anche negli altri settori la disoccupazione è molto bassa. Abbiamo qualche problema con la criminalità, soprattutto in termini di sicurezza percepita. I dati sono bassi, ma le impressioni sono di pericolo». Nessun timore che il nuovo governo porterà rivoluzioni significative. «Le dichiarazioni del neo presidente vanno tutte nella direzione di apprezzamento dell’esistente e miglioramento di ciò che può essere perfezionato, senza stravolgimenti. Siamo tutti consapevoli che si parte da un buon livello».
Il direttore del Mart Gianfranco Maraniello, di origini campane e per anni alla guida del Moma di Bologna, posa sulla provincia uno sguardo da «esterno»: «Una delle caratteristiche maggiori del territorio trentino è quella di elaborare un progetto di vita coerente con i suoi valori. Una diffusa etica comportamentale e la correttezza nell’agire hanno portato a un’ottimizzazione e a un buon uso dell’autonomia». Caratteristiche lodevoli, ma delle quali non sempre si è consapevoli. «L’esercizio critico costante porta alla coscienza che le situazioni sono sempre perfettibili, ma anche a una sorta di insoddisfazione perenne. Ci si potrebbe concedere qualche giorno di vanto».
Casagranda I trentini sono consapevoli del loro ruolo e gli amministra tori hanno saputo gestire
Il nodo Il Trentino secondo nella classifica di Italia Oggi, ma il voto ha premiato il cambio