Corriere del Trentino

Buzzi: «Determinan­te è la soddisfazi­one personale»

Il sociologo: «Alla nuova amministra­zione una sfida rischiosa: mantenere questi livelli»

- Ch. M.

TRENTO I trentini, bravissimi ma insicuri. Il sociologo Carlo Buzzi, professore ordinario presso l’Università di Trento, commenta i dati che vedono il Trentino ai vertici della classifica delle province con la migliore qualità della vita.

Professore, a cosa è dovuto questo risultato di eccellenza?

«C’è chi fa risalire il motivo fino al periodo asburgico, che con il suo ordine amministra­tivo avrebbe segnato le province di Trento e Bolzano. Qualsiasi sia l’origine storica, Trento ha di sicuro dei vantaggi che derivano dall’essere Provincia autonoma e di poter disporre di finanziame­nti ad hoc».

Che influenza ha l’autonomia?

«Anche la Sicilia gode dell’autonomia, ma non ne ha usufruito. È abbastanza paradossal­e che l’eccellenza e la dimostrazi­one di inefficien­za vengano da aree territoria­li ugualmente autonome. Ciò dimostra che l’autonomia è un vantaggio teorico, che per diventare concreto deve essere interpreta­to».

Che cosa possiamo desumere da questa classifica?

«Le eccellenze sono tutte nel nord del paese: si tratta del mai superato dualismo del nostro paese. Inoltre ai primi po«Esiste

sti non ci sono grandi metropoli, ma territori con piccoli centri e una città capoluogo di medie dimensioni, che sono perciò più facili da governare».

I cittadini sono consapevol­i di questi dati?

uno iato che separa il dato oggettivo dalla percezione. Non è detto che in una situazione assolutame­nte favorevole dal punto di vista economico, sanitario, ambientale e amministra­tivo, la popolazion­e riconosca la propria condizione».

Da cosa deriva questa distanza?

«Le persone agiscono in base alla propria soddisfazi­one personale. Per quanto riguarda la criminalit­à Trento è una città sicura, a parte alcuni episodi. Ma il cittadino ha timore a causa di un input che viene dall’esterno, dai media che mettono continuame­nte al centro dell’attenzione alcuni fatti, che vengono poi cavalcati e trasformat­i in messaggi politici».

C’è un legame con il voto provincial­e di ottobre?

«Può darsi che il voto sia stato generato dalla voglia di migliorare ancora di più questa situazione. Alla nuova amministra­zione spetta la sfida molto rischiosa di prendere in mano per la prima volta la gestione e l’onere di mantenere questi livelli. Se si dovesse retroceder­e sarebbe un problema».

Servirebbe una maggiore autoconsap­evolezza?

«Un tratto culturale diffuso nel nostro paese è la progressiv­a sfiducia nei confronti di chi opera all’interno delle amministra­zioni. Gli episodi negativi esistono ovunque, ma bisogna mantenere la capacità di valutare. Se in passato il cambiament­o provocava una reazione di shock e di resistenza, ora la tendenza spinge verso il cambiament­o in quanto tale».

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Università di Trento Carlo Buzzi

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