L’UOMO CHE ORINAVA SULLA CHIESA TRA DEGRADO E CRISI SOCIALE
Lo spettacolo della splendida chiesa di Santa Maria Maggiore usata come orinatoio è certamente un pesante schiaffo alla città e l’autore merita di essere severamente punito. Tutto questo premesso, l’episodio evidenzia un problema non nuovo: non solo i dintorni di Santa Maria Maggiore, ma altri luoghi più o meno prossimi sono rallegrati da un insopportabile odore di urina. La cosa non giova alla vivibilità di Trento, pure molto lodata. Ricordo che nella mia purtroppo lontana gioventù la città disponeva di diversi pubblici orinatoi, punto di raccolta e sfogo per noi ragazzi. Ricorderò qui il motto latino: «Si amicus tuus mingit, minge aut mingere finge!». Lascio agli studenti del liceo classico Prati l’onere della traduzione. Sta di fatto che la gioventù odierna, assai deplorevole, preferisce al vino la birra, consumata tra l’altro in quantità notevole. Il fatto fa crescere considerevolmente le emissioni urinarie. In casi come questi giudico ragionevole arrendersi all’evidenza: ridiamo a Trento i pubblici orinatoi.
Caro Borzaga,
l’immagine dell’uomo che urinava sulla parete della chiesa di Santa Maria Maggiore è simbolica di un certo declino dei costumi e dell’educazione nel tempo coevo. Ho qualche dubbio che la reintroduzione degli orinatoi pubblici possa avere una funzione di deterrente. Se tali comportamenti sono infatti il risultato di un processo più profondo e radicato — e non tanto di una contingenza momentanea — allora bisognerebbe forse agire a monte, sulle agenzie educative o sulle marginalità. Esiste un problema poi collettivo sulle forme dello stare insieme che oggi sono deboli e sfilacciate. Cioé manca una condivisione comune di fondo su ciò che è lecito e ciò che non lo è. Le sanzioni sociali sono quelle più efficaci. Il fatto di piazza Santa Maria Maggiore ha offerto anche un assist al neogovernatore, Maurizio Fugatti, per intervenire e raccomandare l’identificazione e l’arresto del reo. La pena mi pare sproporzionata e nemmeno applicabile, ma è facile pronosticare che la scomunica del governatore susciterà un ampio consenso. Soprattutto tra gli abitanti della zona che da anni si sono costituiti in comitato per denunciare il degrado di Santa Maria, utilizzata come piazza di spaccio. Il presidio delle forze dell’ordine non può essere, però, una soluzione di lungo termine.